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Ue, Tajani spinge Fitto ma Ursula ha poche donne: spunta l'ipotesi Moratti

Aldo Torchiaro
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Si fidano e non si fidano. Giorgia Meloni e Ursula Von der Leyen si continuano a studiare a distanza. Ma il tempo sta per scadere e il nome che deve riempire la casella mancante nell’album delle figurine europee va fatto. E ' va fatto approvare entro pochi giorni. Sul nome del commissario – che deve essere indicato dai governi alla Commissione - l’Italia non è l’ultimo Paese che manca, la propaganda della sinistra sbaglia: mancano ancora le indicazioni per il commissario del Portogallo, del Belgio, della Danimarca e della Bulgaria, che tra l’altro è in piena crisi di governo. Certamente tra i grandi siamo l’unico, però, a non avere ancora fornito la coppia uomo-donna su cui conta von der Leyen. E adesso il tempo inizia davvero a stringere. Il ritorno dalle ferie d’agosto accelera la pratica. I tempi flemmatici di Palazzo Chigi rivelano quale sia il vero punto. Se Raffaele Fitto non ha mai avuto veri concorrenti a insidiarlo, cosa attende Roma a formalizzare le sue indicazioni? Ieri ha provato a diradare la nebbia anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Sono assolutamente favorevole, sono stato il primo a sostenerlo. È il miglior commissario possibile che l’Italia possa avere in questo momento, perché ha grande esperienza europea. Non andrà lì a fare lo stageur, cioè l’apprendista: andrà a svolgere un ruolo politico operativo all’interno della Commissione per far contare l’Italia in Europa». E allora perché, superate le iniziali diffidenze della Lega, non condividerlo subito con gli uffici europei?

«Era logico avere prima la certezza di ciò che spetta all’Italia: la vicepresidenza esecutiva», dicono fonti di Fratelli d’Italia. Che nutrono ancora speranze sull’esito finale. «Nulla è stato già deciso». Intanto Carlo Fidanza, capo delegazione Fdi nel gruppo ECR, prova a rasserenare: «Il governo è pronto nelle tempistiche previste a presentare il nome del commissario indicato dall'Italia. Il presidente Meloni sta procedendo a una condivisione all'interno della maggioranza e del governo di questo nome.

Non ci saranno problemi, noi non abbiamo avvisaglie di nessun tipo». Se il nome va condiviso in questi giorni all’interno della maggioranza, siamo sicuri che non ci siano sorprese dietro l’angolo, per Fitto? Il presidente del gruppo ECR, Nicola Procaccini, precisa: «Credo che sia obbligatoria l'espressione di un uomo e di una donna. Naturalmente c'è un'interlocuzione con la presidente della Commissione , Ursula von der Leyen. Credo che in qualche modo debbano sposarsi le caratteristiche individuali con il portafoglio di competenze eventualmente da ricoprire». Insomma, Raffaele Fitto rimane il più probabile, ma non può essere escluso che alla fine possa emergere una donna. «Come disponibilità per il ruolo di Commissaria all’Immigrazione si parla di Elisabetta Belloni», dice una fonte da Bruxelles.

Qualcun altro fa filtrare il nome della regina delle preferenze azzurre alle ultime europee, Letizia Moratti. Forse anche in quest’ottica troverebbero senso le dichiarazioni ferragostane di Tajani sullo Ius scholae, tema caro a Von der Leyen e al Ppe.

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