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Tajani apre il fronte Veneto: "Tosi nome eccellente". Poi frena sullo ius scholae

Dario Martini
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Prima i paletti sull’autonomia differenziata. Poi la fuga in avanti sullo ius scholae. Ieri Antonio Tajani ha aperto un altro fronte nel campo del centrodestra. Nello specifico con la Lega spettatrice interessata. Il leader di Forza Italia ha detto chiaramente di puntare al Veneto, governato da quattordici anni da Luca Zaia. Il nome del ministro degli Esteri è quello di Flavio Tosi, l’ex sindaco di Verona, espulso dal Carroccio nel 2015 e approdato proprio in Forza Italia due anni fa. «Noi vogliamo discutere con i nostri alleati sul futuro della Regione Veneto, ognuno metterà sul tavolo del dibattito i nomi che ritiene più forti e più adatti a governare la Regione», ha detto Tajani a margine della messa con il cardinale Zuppi alla Route degli scout Agesci a Verona. «Noi abbiamo sempre pensato a Flavio Tosi che è stato un eccellente assessore della sanità della Regione Veneto ed è stato un eccellente sindaco di Verona. Valuteremo insieme, non voglio mai imporre niente a nessuno, ma non voglio neanche che vengano imposte le cose a me - ha aggiunto il vicepremier - Si deve lavorare e fare una sintesi che sia vincente per il centrodestra ma soprattutto per il popolo veneto».

 

 

E gli alleati? Luca Zaia, con le regole attuali, non può candidarsi, a causa del tetto massimo di due mandati (in realtà il «doge» ne ha già tre all’attivo, perché nel 2010 il limite non era ancora entrato in vigore). La Lega lo scorso inverno ha provato a cambiare la legge, ma si è trovata di fronte il muro alzato da FdI e Forza Italia. Già, perché oltre a Tajani, anche il partito di Meloni non può ricandidarsi il prossimo anno. Inutile il tentativo della Lega di cambiare la legge ha messo gli occhi sul Veneto. Il ragionamento in via della Scrofa è il seguente: per quale motivo non dobbiamo governare in una Regione dove alle scorse elezioni politiche siamo arrivati primi con il 32%? Per il Carroccio, però, il Veneto è «la linea del Piave», non si discute. Se non sarà di nuovo Zaia, Matteo Salvini non intende rinunciare all’indicazione del candidato. Tempo per trovare una sintesi ce n’è ancora, visto che i veneti andranno al voto il prossimo anno. Tornando a Forza Italia, ieri Tajani ha toccato gli altri due temi caldi. Prima l’Autonomia: «Nessuno ha mai detto che vogliamo un referendum abrogativo, ma vigileremo sull’applicazione dell’autonomia differenziata. Il che non significa certo che non la vogliamo dice all’Arena di Verona «Noi di Forza Italia abbiamo detto che prima si fanno i Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni, in tutte le regioni, poi si fa l’autonomia».

 

 

Poi è stata la volta dello ius scholae, con il segretario azzurro che per la prima volta pare frenare: «Abbiamo solo espresso quella che è la nostra posizione, non abbiamo mai detto che» la legge sulla cittadinanza «deve essere discussa oggi o domani, abbiamo una posizione chiara: non possiamo rinunciare alla nostra identità, al nostro pensiero, anche perché lo ius scholae sarebbe più rigido dell’attuale legge per concedere la cittadinanza, ma questo non ha nulla a che fare con inciuci, accordi, con la sinistra». Quindi, nessuno scossone in vista per la maggioranza. Anche se le opposizioni a settembre cercheranno di calendarizzare una discussione e un voto in Parlamento per spaccare il centrodestra. «Credo di aver dimostrato nella mia vita da che parte sto, ma un centrodestra moderno deve raccogliere consensi - ha rivendicato Tajani - Si vince sempre la partita al centro, se noi abbandoniamo il centro, il centrodestra è destinato a perdere, quindi dobbiamo tener conto di quella che è l’Italia di oggi e quella che sarà l’Italia di domani». Bisognerà vedere se queste rassicurazioni saranno sufficienti a placare le polemiche con Fratelli d’Italia e Lega.

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