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Ius Scholae, la Lega "frega" Silvio a Fi e pubblica il video in cui lo bocciava

Christian Campigli
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L’uomo che ha creato il centrodestra. Che ha dettato uno schema, ancora oggi attuale. E che, nel 2017, ha spiegato, con dovizia di particolari, perché l’ottenimento della cittadinanza per gli stranieri residenti nel Paese non deve passare attraverso lo ius soli o lo ius scholae. La Lega ha indirettamente risposto a Forza Italia - che da giorni chiede di discutere, senza paletti ideologici, sulle regole per concedere la cittadinanza italiana agli immigrati regolari - pubblicando sul proprio profilo Instagram un video di Silvio Berlusconi. Il fondatore, l’anima e il pensiero del partito oggi guidato da Antonio Tajani. Il girato fa riferimento ad un’ospitata, nel 2017, dell’ex premier da Fabio Fazio, conduttore (all’epoca) della trasmissione «Che tempo che fa». Il tema, ieri come allora, è il discusso ius soli (e, in seconda battuta, lo ius scholae).

 

 

 

«No, noi lo ius soli non lo vogliamo. Intanto perché i trafficanti di uomini avrebbero un argomento forte per dire: guardate che in Italia si conquista la cittadinanza italiana molto più facilmente rispetto al passato. Alcune di queste persone che abbiamo avuto modo di conoscere ancora vogliono la donna segregata e velata, odiano i cristiani, odiano gli ebrei, odiano la civiltà occidentale, odiano lo Stato italiano. Non si può dare a loro la cittadinanza italiana soltanto perché hanno frequentato una scuola, ma sono nella loro famiglia rimasti quello che erano. E, per esempio, hanno parole di comprensione per il terrorismo. Non è possibile.
Noi diciamo che non basta il fatto di avere frequentato una scuola italiana, le scuole elementari nella maggioranza dei casi, per avere diritto automatico alla cittadinanza italiana». Concetti chiarissimi, come sempre capitava all’uomo che ha rivoluzionato la televisione italiana. Che dimostrano come Berlusconi non fosse convinto né dello ius soli né dello ius scholae. Appena il giorno prima Matteo Salvini, ospite al Meeting di Rimini, aveva ribadito la propria contrarietà a modifiche della legge sull’ottenimento della cittadinanza italiana.

 

 

«Lo ius scholae non è una priorità e non è nell’agenda di governo. Non ho voglia di fare polemica – ha aggiunto Salvini -. L’Italia è il paese europeo che concede più cittadinanze di tutti. Concediamo più cittadinanze a cittadini stranieri rispetto alla Francia, alla Spagna, alla Germania. Quindi legge che va bene non si cambia». Il segretario del Carroccio ha chiosato mettendo in luce un paradosso piuttosto evidente: «Noi dialogheremmo se la legge non funzionasse, ha concluso il vicepremier. Qual è il Paese che concede più cittadinanza in tutta Europa con la legge vigente? L’Italia. La legge funziona. Punto». Sul tema è netta anche la posizione di Fratelli d’Italia, espressa ieri dal capogruppo alla Camera, Tommaso Foti, intervenuto alla trasmissione Rai, Agorà: «Ci sia consentito dire una cosa agli alleati: nel programma di governo non c'è questo argomento (lo ius soli e lo ius scholae) e non c'è neanche nei singoli programmi dei partiti. Gli elettori hanno votato un programma: è legittimo discutere di questioni esterne al programma, ma c’è il fondato dubbio che questo sia un argomento speculare dell’opposizione per creare confusione nella maggioranza». Tajani, intanto, non molla e resta sulle sue posizioni. Anzi, avverte gli alleati: «Non usare berlusconi per fare polemiche».

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