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Salvini e la conferma della manovra: "Su gli stipendi e taglio del cuneo"

Benedetto Antonelli
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È un Matteo Salvini a tutto campo quello che ieri ha trascorso quasi tutta la giornata al Meeting di Rimini. Manovra, cantieri, codice della strada; ma anche ius scholae e immigrazione. Il vicepremier e leader della Lega ha toccato tutti i temi caldi del momento. E proprio riguarda alla legge finanziaria di cui si entrerà concretamente nel merito a settembre, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ha indicato la priorità: «Dobbiamo riuscire a mantenere la grande operazione di taglio delle tasse per i lavoratori dipendenti fatta l’anno scorso: per più di 13 milioni di lavoratori con più di 10 miliardi investiti, con aumenti netti in busta paga che superavano anche i 100 euro al mese. E quindi ritrovare, in un momento complicato come questo, i 10 miliardi per confermare questi aumenti di stipendi e taglio di tasse per chi ha redditi fino a 35 mila euro. Questa è la priorità del governo». Poi, per quanto riguarda la Lega, aggiunge, «la nostra battaglia storica da portare a casa entro la fine della Legislatura è il superamento della Legge Fornero, che è una legge iniqua che blocca lavoratori sul posto anche in condizione non ottimale e chiude ai giovani quelli spazi di lavoro. Resta l’impegno della Lega e del governo».

 

Al Meeting Salvini ha visitato anche l’area dedicata al Ponte sullo Stretto, dove è stato allestito un attraversamento virtuale, grazie ad un visore, della grande infrastruttura. «Ci sono 239 domande dal ministero dell’Ambiente a cui verranno date 239 risposte entro il mese di settembre, quindi è chiaro che se hanno preso 4 mesi in più per dare tutte le garanzie ambientali arriveranno le riposte.

L’obiettivo resta quello di approvare il progetto definitivo e partire con la cantierizzazione entro l’anno». Sullo ius scholae, invece, caldeggiato da Forza Italia, il leader della Lega chiude tutte le porte: «Non è una priorità e non è nell’agenda di governo.

Non ho voglia di fare polemica. L’Italia è il paese europeo che concede più cittadinanze di tutti. Concediamo più cittadinanze a cittadini stranieri rispetto alla Francia, alla Spagna, alla Germania. Quindi legge che va bene non si cambia».

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