Ilaria Salis, "lady immunità" ispeziona pure le carceri e propone di abolirle
Eliminare il problema alla radice. Abolire le carceri (e l’intero sistema riformatorio), per non correre mai più il rischio di doverci finire dentro. Ilaria Salis, bella e raggiante come non mai, abbronzatissima e rilassata, ha visitato il carcere di Milano. E, ieri mattina, ha pubblicato un video, allegato ad un post, sulla propria pagina Facebook. «Ho visitato diverse sezioni della casa circondariale di San Vittore. La prima cosa che salta agli occhi è il sovraffollamento. Nelle sezioni maschili, a fronte di una capienza di 480 posti, sono attualmente presenti più di 1000 detenuti».
Un girato di quattro minuti, sprezzante di giudizi tagliati con l’accetta. «Un’altra triste realtà – ha raccontato la donna che ha teorizzato la necessità di occupare gli immobili vuoti alla bisogna – è l’autolesionismo. Che ho potuto constatare con i miei occhi ma che mi è stato confermato da parte del personale come qualcosa di quotidiano e diffuso. I problemi sono molti, troppi. L’emergenza è strutturale. Bisogna intervenire subito». L’eurodeputata scelta e voluta dalla coppia della meraviglie, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, si è travestita da moderna Bernacca. E, incredibile ma vero, ha scoperto che d’estate la temperatura sale e d’inverno diminuisce. «Non c’è spazio per muoversi, sono costretti a stare tutto il tempo in branda, fa molto caldo d’estate e molto freddo d’inverno, e i rimedi (come i piccoli ventilatori) non sono sufficienti. Ci sono poi tempi biblici per le visite sanitarie. Ho visto un regresso in Italia». In conclusione, come da programma, ha esposto le sue brillanti soluzioni.
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«Gli stranieri e coloro che non hanno una casa, anche se avrebbero diritto a una misura alternativa, di fatto restano in carcere. Alcuni spunti per intervenire nell’immediato potrebbero essere: favorire l’accesso alle misure alternative a tutti, depenalizzare i reati minori, limitare l’utilizzo delle misure cautelari in carcere e ampliare le condizioni di accesso alla libertà anticipata. Questi interventi sono il punto di partenza per immaginare una società che vada oltre il carcere e che non abbia più bisogno del carcere».
Un post al quale ha replicato, a stretto giro di social, Silvia Sardone, europarlamentare della Lega: «L’onorevole Ilaria Salis, campionessa di occupazioni abusive, dopo una visita nel carcere di San Vittore ci spiega che la svolta per la nostra società sarebbe il suo progetto per un’Italia senza carceri. Criminali vari tutti liberi per risolvere il problema del sovraffollamento: questa è la ricetta della paladina della sinistra».
D’altronde che la Salis sia ormai diventata la paladina dei fuorilegge non è neppure una novità. Meno di venti giorni fa, sul proprio profilo Instagram, ha scritto un lungo post, col quale chiedeva libertà per il vigile del fuoco Luigi Spera. «Un generoso attivista, impegnato da sempre nelle lotte sociali. Da più di quattro mesi Luigi è detenuto in regimi di alta sicurezza nel carcere speciale di Alessandria». Un errore giudiziario? Una persecuzione?
A leggere il post della Salis non sembra proprio. «Nel novembre 2022 alcuni attivisti hanno lanciato dei fumogeni nel cortile della sede palermitana di Leonardo Spa, come gesto di solidarietà verso la popolazione del Kurdistan, colpita dal governo turco e dagli armamenti prodotti e venduti dall'azienda italiana». Per la cronaca, l’amico di Ilaria Salis è stato accusato (in ordine sparso) di: detenzione materiale esplosivo, atto terroristico con ordini esplosivi e istigazione a delinquere. Non esattamente bazzecole. E come dimenticare, dulcis in fundo, la connection con la sua omonima, Ilaria Cucchi. Una comunanza di intenti lanciata su Facebook, per un mondo senza carceri, senza punizioni e (aggiungiamo noi) senza giustizia. Un punto, quest'ultimo, che le due esponenti di Avs sembrano essersi dimenticate. Perché laddove c'è un crimine, c'è sempre una vittima. Un assunto elementare che, evidentemente, è necessario però ribadire.