da un partito all'altro

Parlamento, il "calciomercato" non si ferma neanche d'estate: finora 26 cambi di casacca

Edoardo Sirignano

Se con la parola «mercato», di questi tempi, pensiamo a Dybala che potrebbe lasciare la Roma o al futuro club di Chiesa, in politichese, con questo termine ci riferiamo ai mai tramontati cambi di casacca. I palazzoni semi-vuoti della capitale, quando la politica va in ferie, diventano la location ideale per concludere quelle trattative, che necessitano di essere realizzate sottotraccia o meglio per ricollocarsi in vista di un autunno, che vuoi o non vuoi, quando si parla di posizionamenti, ha sempre riservato delle novità.

Col caldo, infatti, vengono fuori i malcontenti sopiti e dunque la voglia di cambiare aria da parte di chi, per dodici mesi, si è sentito al margine di un progetto. Secondo gli ultimi conteggi, da quando è iniziata la legislatura, sono ben 26 i parlamentari ad aver lasciato la vecchia casacca per una nuova. Una percentuale abbastanza elevata, considerando i recenti tagli alla politica.

  

L’unica certezza è che tali movimenti non intaccano la stabilità della maggioranza. Nessun deputato o senatore, infatti, è passato da destra a sinistra. Anzi, due eletti tra le file del M5S, campione nel perdere pezzi per strada, hanno abbandonato i gialli per accasarsi in Forza Italia, che, almeno per il momento, è il partito più attrattivo, considerando che ha già ospitato Giuseppe Casti glione da Azione. I fuggitivi pentastellati sono il senatore Antonio Trevisi, che per ragioni ancora sconosciute, ha rot to con Conte e il suo collega campano Raffaele De Rosa, che invece aveva staccato la spina al suo ex partito per «l’ambiguità su Ucraina e Na to». La politica estera, d’altronde, è stata la ragione per cui Federica Onori, prima delle europee, aveva abbandonato Giuseppi per Calenda. La battaglia nel Terzo Polo, nel 2024, comunque, è il principale leitmotiv del cosiddetto salto della quaglia. Prima delle europee l’ex ministra Elena Bonetti ed Ettore Rosato avevano lasciato Renzi per Azione, mentre Naike Gruppioni ed Isabella De Monte avevano divorziato con Carletto per tornare a essere protagoniste in Italia Viva. Renzi è riuscito anche ad accaparrarsi Dafne Musolino, che ha abbandonato i siciliani di Cateno De Luca per un posto nella Leopolda 2.0.

L’unico ad aver tolto il disturbo nel partito della premier è il solo Andrea De Bertoldi, che qualche giorno fa ha ufficializzato il suo matrimonio con i berluscones. Stessa sorte è toccata pure alla Lega, che ha perso soltanto una casella. Ci riferiamo ad Antonino Minardo, adesso nel Misto.

Il gruppo, senza colore, è diventato casa pure per alcuni ex Noi Moderati, come nel caso del segretario dell’Unione di Centro Lorenzo Cesa e dell’ex ministra berlusconiana Michela Vittoria Brambilla. Nel limbo di Montecitorio potranno trovarsi un compagno inaspettato come Aboubakar Soumahoro, scaricato da Fratoianni e Bonelli, in seguito agli scandali sui migranti che tutti conosciamo. A lasciare qulla sinistra pure Eleonora Evi, che dopo essere stata scoperta dai 5 Stelle ed essere arrivata in Parlamento grazie ad Avs, passa nelle file dem per portare in alto il vessillo di Schlein. A traslocare dal Nazareno, al contrario, è Enrico Borghi, che torna dal mentore Renzi, dove riceve l’incarico di capogruppo. Insomma, tutti giochi interni ai partiti, che, però, non incidono sugli equilibri generali.