Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Brugnaro, lo stratagemma della Procura per blindare le indagini: cosa c'entra un Papa

  • a
  • a
  • a

Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, è finito nel mirino degli investigatori già nell'aprile del 2022, insieme a due dei suoi principali collaboratori: Morris Ceron, direttore generale e capo di gabinetto, e Derek Donadini, vicecapo di gabinetto. Nonostante l’indagine fosse avviata da tempo, Brugnaro ha appreso di essere indagato solo il 16 luglio, in concomitanza con gli arresti, i sequestri e le perquisizioni collegati all'inchiesta. La Procura ha adottato una strategia insolita per mantenere il riserbo sui nomi degli indagati, aprendo un fascicolo con pseudonimi e utilizzando generalità fittizie, inclusi riferimenti improbabili a figure storiche come un pontefice del VII secolo: Sabiniano Miranese. 

 

 

Questo stratagemma, riferisce il Gazzettino, ha permesso di condurre oltre due anni di indagini senza che venissero emessi avvisi di garanzia fino all'ultimo momento utile. Oltre a Brugnaro, Ceron e Donadini, l'indagine ha coinvolto anche Ching Chiat Kwong, un magnate di Singapore interessato all’acquisto di un terreno a Venezia noto come "i Pili". I dettagli dell'inchiesta sono rimasti noti solo al giudice per le indagini preliminari e ai magistrati inquirenti, senza che trapelasse alcuna informazione all’esterno. L’uso di pseudonimi e il mantenimento del segreto giudiziario per così lungo tempo rappresentano una procedura atipica, solitamente riservata a reati di grande gravità o quando vi è la necessità di proteggere gli indagati o altre persone coinvolte. Questo metodo è spesso utilizzato in contesti di criminalità organizzata, dove la divulgazione prematura dell’indagine potrebbe mettere a rischio la vita delle persone coinvolte.

 

 

Il quotidiano del nord-est ha raccolto il commento del difensore di Brugnaro, l’avvocato Alessandro Rampinelli: “La secretazione dei nomi di alcuni indagati in caso di reati particolarmente gravi, può essere disposta dal Procuratore (con decreto motivato) per non più di tre mesi e non può essere rinnovata. Tanta segretezza non è comunque servita a nulla, perché se lo scopo era evitare che il sindaco venisse a conoscenza dell’indagine attraverso un’istanza al casellario prevista dall’articolo 335 del Codice di procedura penale ebbene Brugnaro non ha mai fatto quella richiesta, né aveva ragione di ritenere di essere sotto indagine. È venuto a conoscenza dell’inchiesta il giorno stesso che è stata esplicitata”.

Dai blog