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Liguria, la mossa di Orlando per il dopo Toti e quel colloquio segreto con Conte

Christian Campigli
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Il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle hanno trovato l'accordo sulla Liguria. Mercoledì, nel primo pomeriggio, poco dopo le quattro e mezzo, Giuseppe Conte e Andrea Orlando si sono incontrati alla Camera dei Deputati. Venivano entrambi dalla Galleria dei Presidenti e andavano verso il Transatlantico (erano, per la precisione, nel corridoio all'altezza degli ascensori gemelli). Proprio mentre in Aula si votava il cosiddetto Dl carceri. Una breve battuta (carpita), che apre però ad uno scenario politicamente molto interessante. Il dem, a voce bassa, ha rassicurato il leader dei Cinque Stelle. «Anche se siamo d’accordo, ti consiglio di continuare a dire alla stampa che voi, come Movimento Cinque Stelle, state ancora riflettendo, non avete deciso niente, perché valuterete in base al progetto, al programma. Portatela ancora per le lunghe. Meglio essere prudenti. Ma per quel che mi riguarda è fatta». Ora, non serve essere il nipote di Nostradamus per comprendere che l'oggetto della (segreta) chiacchierata fosse l'accordo intorno al nome del nativo di La Spezia come candidato governatore per la Liguria del centrosinistra.

 

 

Non è un mistero che i progressisti puntino molto sul ribaltone a Genova e dintorni. E che il Pd voglia che sia l'ex ministro del Lavoro l’uomo col quale dare l'assalto a Piazza De Ferrari. Nei sogni di Elly Schlein, (ri)conquistare quel lembo di terra baciato dal sole e dal mare, sarebbe essenziale per mettere in difficoltà il governo Meloni. Un’ipotesi che, numeri alla mano, oggi appare davvero fantasiosa. Ma si sa, nella politica moderna i flussi e le tendenze cambiano rapidamente. Le elezioni liguri saranno anche la prova del nove per il campo larghissimo, quel fritto misto creato ad hoc per sconfiggere i conservatori, ma sprovvisto di amalgama e di programmi comuni. L’accordo tra Conte e Orlando rappresenta anche l'ennesimo strappo tra «l'Avvocato del Popolo» e Beppe Grillo. Che, ça va sans dire, è molto interessato alle elezioni liguri. Il comico genovese mai e poi mai appoggerebbe l'ex segretario provinciale della Federazione Giovanile Comunista Italiana. Anzi, è proprio sul nome di Orlando che si è consumato l'ultimo, rumoroso litigio tra Grillo e Conte, promesso sposo di Orlando. «Io candidato del centrosinistra in Liguria? - ha affermato il dem - Adesso la parola tocca alla coalizione, che deve decidere cosa vuol fare e quale sia la figura migliore per provare a costruire un campo».

 

 

Secondo i rumors di Palazzo, i Cinque Stelle avrebbe detto sì ad Orlando in cambio della possibilità di scegliere i nomi per i futuri candidati sindaci di Genova e La Spezia. Ma anche il centrodestra si sta muovendo in questi giorni. Chi si immagina i moderati rassegnati alla sconfitta sbaglia. E non di poco. A Roma si lavora per trovare la quadra tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. L’idea è quella di un centrista in grado di proseguire l'ottimo lavoro impostato in questi anni da Giovanni Toti. Molti i nomi sul tavolo: si va dalla parlamentare Ilaria Cavo (di Italia al Centro e, da sempre, molto vicina all’ex governatore), all’attuale vicesindaco di Genova, Pietro Piciocchi. Antonio Tajani ha riproposto l’ex sindaco di Rapallo, Carlo Bagnasco. Il leghista Edoardo Rixi, al contrario, ha ribadito la propria indisponibilità. L’ipotesi di un civico, al momento, non trova conferme, ma, al tempo stesso, non viene definitivamente mandata in soffitta. Come dire, molto dipende dal nome dell’eventuale esponente della società civile. Tra mille dubbi, una domanda sorge spontanea: Andrea Orlando sarà in grande di gestire un fritto misto sulla carta indigesto al più goloso degli avventori?

 

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