Parigi 2024, Barelli non si nasconde: “I nuotatori del fondo non vogliono gareggiare nella Senna inquinata”
Tardo pomeriggio di ieri. Appena finita la gara dei 1500 stile libero dove l’azzurro Gregorio Paltrinieri ha vinto l’argento, Il Tempo telefona a Paolo Barelli, Capogruppo di Forza Italia alla Camera e Presidente della Federazione Italiana Nuoto, per capire qualcosa di più su queste Olimpiadi così solcate da polemiche e scontri su vari piani, da quello organizzativo a quello politico. Barelli, infatti, risponde al telefono proprio da Parigi.
Allora Presidente, siamo a metà percorso di questa Olimpiade. Come vanno le cose?
«Per quanto riguarda le discipline della Federazione Nuoto siamo molto soddisfatti. Per ora abbiamo 2 ori, 2 bronzi e l’argento appena arrivato con Paltrinieri, ma i conti si fanno alla fine. Ogni nazione viene qui per vincere e non regala niente, specie in questa edizione, molto più competitiva di quella di Tokyo che risentiva dell’epidemia di Covid».
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Ci siamo tolti lo sfizio di iniziare parlando di sport. Perché queste olimpiadi sembrano più che altro centrate sulle polemiche, sul piano organizzativo, culturale, politico. Lei che di Giochi ne ha vissuti diversi, come dirigente e prima come atleta, ricorda una situazione così?
«Nelle nostre discipline, l’unica polemica vera riguarda il nuoto di fondo che andrebbe nella Senna, ma i nuotatori non sono d’accordo: ci sono condizioni difficili per via della corrente, e poi la qualità dell’acqua è variabile anche dal punto di vista sanitario. Non è un tema da poco, perché noi dobbiamo ricordarci sempre che siamo qui per gli atleti. Per il resto le Olimpiadi sono un evento globale, uno spettacolo mediatico e dunque è chiaro che nascano esagerazioni, scoop, scontri».
Lei ha toccato un aspetto rilevante, la balneabilità della Senna. Però le criticità organizzative non si limitano a questo. Pensiamo alla foto di Thomas Ceccon che dorme nel parco del Villaggio Olimpico perché in camera fa troppo caldo...
«Tranquillizzo tutti: Ceccon, che ha vinto l’oro, in questi giorni ha dormito al Villaggio Olimpico insieme agli altri atleti. Questa foto che sta girando molto evidentemente si riferisce solo a un momento di pausa. Conosco tutti gli altri problemi sollevati da più parti, dal cibo non variegato in mensa, ai letti troppo corti. Sono inconvenienti che possono capitare. Così come le polemiche sulla cerimonia inaugurale. Io su questo ho poco da dire, sono molto concentrato sullo sport».
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E come acchiappare dal lato sportivo la questione dell’incontro Carini-Khelief? Lì si è riassunto lo scontro tra conservatori e progressisti.
«Le valutazioni di tipo politico ci portano fuori strada. Dobbiamo rifarci alle norme e alla scienza. Dalla scienza, infatti, si ricavano quei criteri che servono a valutare se gli atleti possono gareggiare o meno».
Ma questi scontri che ci sono stati non hanno messo lo sport in secondo piano?
«Vedendola da qui, c’è un grande interesse per queste Olimpiadi. Le nostre discipline, dal nuoto ai tuffi alla pallanuoto hanno visto un grande afflusso di pubblico entusiasta e sta per iniziare anche il nuoto artistico. Il resto appartiene alla grande macchina mediatica che si mette in moto e dunque genera anche altro».
Dica la verità, da politico italiano e da romano ha avuto qualche pensiero sul fatto che queste Olimpiadi potevano essere ospitate a Roma se a suo tempo l’amministrazione di Virginia Raggi non avesse detto no alla candidatura?
«La partita sarebbe stata tutta da giocare per ottenere i Giochi. Però voglio girare il suo ragionamento. Sa dove si svolgono qui a Parigi le gare di nuoto? Nella porzione di un'arena che può ospitare fino a 35mila persone e in cui si svolgono anche partite di rugby. Roma e l’Italia una struttura del genere non ce l’hanno. Noi siamo fermi agli impianti di Roma ’60, basti pensare al Palazzetto dello sport all’Eur, non abbiamo arene che possano ospitare gare e spettacoli al coperto. Ecco, le Olimpiadi creano l’occasione per avere delle strutture importanti che possono essere utilizzate anche per altri scopi oltre a quello sportivo: grandi convention, grandi concerti, rassegne. Qualcosa di importante da lasciare alle generazioni future».
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