azione diplomatica
Medio Oriente, Tajani convoca i ministri del G7. “Evitare la guerra in extremis”
«Siamo in massima allerta per difenderci in aria, in mare e a terra. Ci stiamo preparando a qualsiasi minaccia improvvisa». È il portavoce dell’esercito israeliano, il contrammiraglio Daniel Hagari, a sintetizzare l’atmosfera che si respira in Israele, in cui si attende da un momento all’altro la rappresaglia iraniana promessa da Teheran dopo l’uccisione del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh. Fonti al Wall Street Journal hanno rivelato che l’Iran avrebbe respinto ogni richiesta di moderazione avanzata dai diplomatici arabi e rimarrebbe intenzionata a colpire anche se ciò dovesse far scoppiare una guerra nella regione. L’unica incognita resta capire quando Teheran e il suo alleato libanese Hezbollah colpiranno. Media statunitensi ben informati hanno ipotizzato un attacco imminente, forse già domani.
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Nell’ipotesi che nella regione possa scoppiare un conflitto più ampio, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha convocato i suoi omologhi dei Paesi G7 per «concordare un’azione politica e diplomatica che in extremis possa evitare uno scontro militare». Al termine dell’incontro in videocollegamento, Tajani ha affermato: «Invitiamo le parti interessate a desistere da qualsiasi iniziativa che possa ostacolare il percorso del dialogo e della moderazione e favorire una nuova escalation», si legge in una nota in cui è stata ribadita anche la necessità di portare avanti i negoziati per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi.
Le parti sembrano però prepararsi più a un conflitto che alle trattative. L’emittente israeliana Channel 14 ha riferito che la Russia avrebbe iniziato a dotare l’Iran di nuove armi tra cui «sistemi avanzati di guerra elettronica» e di missili Iskander. Israele, dall’altro lato, avrebbe allestito un bunker sotterraneo a Gerusalemme, dove i leader più anziani potrebbero rifugiarsi in caso di guerra. La tensione è tanto alta che dopo Stati Uniti e Regno Unito, anche Francia e Arabia Saudita hanno invitato i propri cittadini a lasciare il Libano immediatamente. Appello condiviso anche dal ministro Tajani che ha chiesto agli italiani nel Paese di «non recarsi assolutamente nel Sud e di rientrare in Italia con voli commerciali il più presto possibile».