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Schlein l'incendiaria e l'ossessione per Meloni: il piano di Elly contro il governo

Mira Brunello
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 Il vizio viene da lontano, ed è parente stretto della supposta «superiorità» morale, il birignao che la sinistra coltiva da decenni. Un virus che se ne porta dietro un altro, ancora più insidioso. La «mostrificazione» dell’avversario, una «palestra» rinverdita nel ventennio di Silvio Berlusconi. Un quadretto magistralmente descritto da Paolo Virzi nel suo «Ferie d’agosto» (1996) con le diatribe delle famiglie Molino e Mazzalupi, vicine di casa a Ventotene.

Così oggi è quasi normale che Pd, Avs e M5S, non si limitino alla naturale dialettica tra maggioranza ed opposizione, bisogna essere più cattivi, accusare, in questo caso, la Presidente del Consiglio, delle peggiori nefandezze («hanno pure la fiamma nel simbolo») e costruirci sofisticate campagne di opinione, per popolare i talk show. D’altra parte è la storia di questi mesi, un inseguirsi continuo di superlativi e punti esclamativi, una rappresentazione di mediocre livello tra i «buoni», loro, ed i «cattivi», tutti gli altri, il vero sequel di Ferie d’agosto, ambientato stavolta nelle piazze italiane.

 

In pratica quello che è successo a Bologna per il 44* anniversario della strage alla stazione. Paolo Bolognesi, che è il presidente dell’associazione delle vittime, e già deputato del Pd, tra gli applausi della piazza con i vertici dem al gran completo (dalla segretaria Elly Schlein al presidente dell’assemblea dem Stefano Bonaccini) ha affondato: «Le radici di quell’attentato si inseriscono nella storia del postfascismo italiano, in quelle organizzazioni nate dal Movimento Sociale Italiano negli anni Cinquanta: Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale oggi figurano a pieno titolo nella destra italiana di Governo». Un evidente enormità che pure è stata rilanciata per tutto il giorno dai gruppi parlamentari dem, con grande giubilo dei soliti house organ. La presidente del Consiglio quindi «parente» degli stragisti del 1980? A fare un po’ di chiarezza, alle parole di Bolognesi, replica Roberto Della Rocca, presidente dell’ associazione italiana vittime del terrorismo (Aiviter).

 

«La posizione di Bolognesi è legittima ma nel momento in cui c'è una dichiarazione di questo tipo ci siamo discostati mette in chiaro Della Rocca - Non abbiamo condiviso innanzitutto perché non è così. La premier è intervenuta più volte sulla questione, e già in diverse occasioni ha marcato la distanza rispetto a pregresse posizioni politiche. E in secondo luogo perchè è francamente molto censurabile. Rispetto Bolognesi, ma ogni tanto capitano dei cortocircuiti». Per poi puntualizzare: «La destra in questo momento è al governo a seguito di una tornata elettorale, quindi è un governo assolutamente legittimato. Non c'è stato un colpo di Stato, quindi rappresentano, bene o male che si voglia, la volontà dei cittadini che hanno votato quindi di cosa stiamo parlando?».

Una ventata di buon senso, sottolineata dal capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti: «Già negli anni scorsi Bolognesi ci aveva stupito per incursioni politiche, sfruttando in maniera scomposta il suo ruolo, ma ieri ha oltrepassato ogni limite, arrivando a denunciare l’inesistente presenza di neofascisti al Governo, per di più associando la proposta di separazione delle carriere dei magistrati a un obiettivo della disciolta loggia P2. Per un evento drammatico come la strage di Bologna - continua il presidente dei deputati di FdItutti devono sentirsi impegnati non ad aizzare le folle con argomentazioni fasulle, ma a battersi per la ricerca della verità giudiziaria e storica sui mandanti della tragedia, atteso che già la strage stessa è stata accertata rispetto agli esecutori». Inutile farsi illusioni, la «mostrificazione» comunque andrà avanti.

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