ingiustizia è fatta

Liguria, Toti al veleno con i magistrati: sistema politico sottomesso da quello giudiziario

"Non voglio drammatizzare oltre misura, non è lo Spielberg e io non sono Silvio Pellico. Il posto è gradevole, la famiglia mi ha coccolato, ma ritengo francamente che le accuse, la tempistica, la dinamica e la carcerazione siano state un eccesso". Parla così, in un'intervista al Corriere della Sera, l'ormai ex governatore ligure Giovanni Toti, dei tre mesi trascorsi ai domiciliari. Ora che è libero lo hanno chiamato in tanti: "Il presidente Mediaset Fedele Confalonieri. Ho parlato con tanti, Crosetto, Donzelli, Lupi. C’è un lungo elenco". Anche Salvini, "e l’ho ringraziato per la sua vicinanza". La notifica dei domiciliari, lo scorso 7 maggio, Toti l'ha presa "con la fatalità con cui prendi un incidente. Sai che ti è capitato e cerchi di superarlo". 

 

  

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In questi tre mesi poi ha provato "un profondo senso di ingiustizia e un po’ di impotenza, anche quella di un sistema politico che si è fatto mettere molto in subordine dal sistema giudiziario". Anche perché, spiega, "le intercettazioni dimostrano solo un pezzettino della scena. Ho trovato uno spaccato della mia vita costruito, montato, indirizzato e analizzato sul rapporto con un’unica persona, ma il trattamento che Spinelli ha avuto da me è stato lo stesso di tutti gli imprenditori della Liguria ai quali abbiamo sempre dato attenzione perché crediamo nell’impresa, che poi finanziassero i miei comitati oppure no, non aveva importanza". E sulle polemiche per il fatto che Toti andasse in barca da Spinelli, l'ex governatore attacca: "Questo fa parte del moralismo di certa politica italiana che frequenta le barche però punta il dito contro gli altri. Ho incontrato gli imprenditori ovunque". 

 

 

"Non c’era - insiste Toti al quotidiano - alcun accordo, nessun do ut des. Io non ce l’ho con la magistratura, ce l’ho con la politica che ha dato strumenti e leggi che hanno rotto l’equilibrio tra i poteri. Ho un profondo rispetto delle istituzioni e penso che i magistrati facciano il loro dovere. Dopodiché, penso che alcuni interpretino le norme in un modo che non condivido. Io sono convinto di non aver commesso alcun reato, loro pensano il contrario. La politica non si rende conto di aver abbassato talmente tanto le difese immunitarie e che oggi la giustizia si è arrogata una sorta di giudizio morale sulla politica. Vorrei che le forze politiche prendessero spunto da questa vicenda per un ripensamento del sistema politico, delle responsabilità dei politici, degli strumenti di controllo e del finanziamento della politica per tornare a darle almeno la dignità degli altri poteri dello Stato. Io oggi vivo l’espressione più grave di questo conflitto di poteri”. Infine, spiega, ha scelto di dimettersi perché "proseguendo il braccio di ferro con la magistratura di Genova avremmo di fatto paralizzato la presidenza della Regione. Essendo un’inchiesta dai connotati politici molto spiccati è giusto che i cittadini esprimano il loro parere con il voto".