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Giovanni Toti: "Nessuna battaglia sulla pelle della Liguria, mai intascato un euro"

Giovanni Toti, dopo una gogna durata 86 giorni, ieri è tornato libero e oggi, dopo che il giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni ha accolto la richiesta di revoca degli arresti domiciliari presentata dal suo avvocato Stefano Savi, ha incontrato gli esponenti della sua lista in una riunione a porte chiuse. "Faremo il punto con la lista e con gli amministratori che hanno portato avanti il lavoro in questi 86 giorni di domiciliari di Giovanni Toti - ha spiegato l’assessore alla Protezione civile, Giacomo Giampedrone - Poi decideremo il nostro futuro. Ma volevamo anche salutare il presidente". Sui candidati alle prossime regionali, "ci stiamo lavorando e la prossima settimana Toti sarà a Roma: spero che le prossime settimane saranno foriere di buone notizie". Tra i presenti all’incontro la deputata e coordinatrice regionale della Lista Toti, Ilaria Cavo, l’assessore regionale all’urbanistica, Marco Scajola e quello alla Salute, Angelo Gratarola.

 

  

 

"Non c’è stato nessun isolamento politico. Con l’avvocato Savi abbiamo valutato che io mi sarei martirizzato, la procura non avrebbe cambiato la sua impostazione e avremmo combattuto una battaglia sulla pelle della Liguria": così Giovanni Toti ha spiegato le sue dimissioni da presidente della Liguria, incontrando i giornalisti dopo la riunione con la sua lista. "Abbiamo deciso che era più logico ridare la parola ai liguri e affrontare un processo, senza sottrarci a un confronto con i magistrati. Per la prima volta si è scritto nero su bianco che la possibilità di reiterare il reato dipendeva dalla funzione esercitata da un eletto dai cittadini. Su questo il Parlamento si deve interrogare", ha continuato.

 

 

Per quanto riguarda il futuro, ha proseguito, "abbiamo deciso che era più logico ridare la parola ai liguri. Toti non ci sarà nè come candidato nè come presidente: i protagonisti saranno altri. Quello che ho raccomandato ai sindaci che ho incontrato e incontrerò, e che non hanno una maglia dei partiti nazionali, è che non si deve perdere l’abbrivio e l’alchimia tra i partiti di governo e l’anima civica che dovrà esserci e ci sarà. Dovrà essere garanzia verso gli elettori che questa parte politica non cambierà il modo di governare questa regione del centrodestra". Parlando dell’inchiesta sulla corruzione in Liguria, poi, l'ex governatore ha scandito: "Le accuse di corruzione non comportano il fatto che Giovanni Toti o chi per lui abbia intascato un euro per sé stesso o una utilità dedicata alla sua persona o alla sua famiglia. Posso orgogliosamente dire di essere assai più povero di 9 anni fa quando dirigevo telegiornali del gruppo Mediaset con stipendi e benefit ben più corposi di quelli pure ottimi di presidente di Regione".