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M5S, i "vecchi" big tentati dalla mossa di Conte. Grillo sempre più nell'angolo

Edoardo Sirignano
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A Grillo resta soltanto il simbolo. Beppe è sempre più isolato fra i pentastellati. Ad abbandonarlo non solo i contiani, i novelli parlamentari, ma anche quegli «ex», che fino all’altro ieri lo avevano difeso con tutti i mezzi a disposizione. A parte l’ex sindaco di Roma Virginia Raggi, l’unica a credere per davvero nella possibilità di rovesciare il vertice, gli uomini e le donne delle origini hanno un solo desiderio: tornare nel palazzo che hanno lasciato. Ecco perché quando Conte paventa la possibilità di rivedere quel terzo mandato, che li ha costretti ad abbandonare il Parlamento, quelli della prima ora depongono le armi e cercano di trattare con chi, fino al giorno prima, era il nemico da abbattere a ogni costo. Fondamentale, in tal senso, è l’azione di due pontieri d’eccezione. Il primo è l’ex presidente della Camera Roberto Fico, che sogna di prendere il posto di Vincenzo De Lucain Campania, mentre il secondo è la deputata Chiara Appendino.

 

 

 

Avendo ormai compreso di non poter essere l’«erede», almeno per ora, di Giuseppi, toglie le vesti dell’amministratrice indipendente e indossa quelli della «responsabile», di chi mette in soffitta le proprie ambizioni per il progetto.
Chi, invece, vede nell’apertura dell’ex premier al terzo mandato una chance per tornare è l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. I banchi delle magistrature speciali, a parte lo stipendio, non sembrano affascinarlo più di tanto. Di Maio ormai non c’è più e quindi perché non sfruttare la prossima Assemblea di ottobre per farsi qualche amico, sperando in un cambiamento delle regole interne, che potrebbe rimetterlo in gioco. A consigliarlo in tal senso, non una qualunque, ma la vice di Conte Paola Taverna. Quest’ultima, pur essendo protagonista nel vertice giallo, negli ultimi mesi, sembra essere stata messa in disparte. La romana, d’altronde, si sposa meno col campo largo a sinistra, prospettato da Conte. L’arrivo di qualche nuovo alleato di cui fidarsi, quindi, potrebbe farle solo piacere, in ottica equilibri interni.

 

 

 

Tanti, d’altronde, gli ex compagni di viaggio che, con la nuova norma voluta dal capo, potrebbero rientrare nella capitale e dire la propria: dall’ex sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, ora nei panni del ristoratore fino all’intramontabile Danilo Toninelli, che pur andando di moda sui social, sembra avere ancora nostalgia di dicasteri e palazzoni capitolini. La mossa di Conte di superare il secondo mandato, quindi, è un capolavoro nell’attualità perché, di fatto, isola Grillo. Al massimo può tenersi il logo. A cosa, però, serve, un contenitore vuoto? Le minacce, però, non mancheranno in futuro. I novelli contiani, in un Movimento strutturato, che riflette le logiche tradizionali dell’apparato, saranno in grado di difendersi contro quegli «ex», che pur essendo talvota inciampati, ne hanno viste di cotte e di crude, acquisendo sia l’esperienza che quella furbizia opportunistica, che solo col passare degli anni e soprattutto quando si è al governo, si acquisisce in politica?

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