Giovanni Toti, caccia all'erede. Dal medico a Scajola jr: poker di nomi
Caccia all’erede di Giovanni Toti. Se molti pensavano che il candidato naturale a succedergli fosse il sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi, già in passato fra i papabili per la presidenza della Liguria, dovranno ricredersi. A dichiararsi indisponibile per la partita è proprio l’esponente del Carroccio, che in un’intervista al Corriere della Sera, spiega come in questo momento particolare serva «un nome fuori dai partiti o il destino è già scritto». Un avvertimento non del tutto casuale da parte del coordinatore regionale della Lega. La coalizione di centrodestra, in queste ore difficili, infatti, sembra propendere per mettere in soffitta le pretese dei singoli e puntare, al contrario, su un profilo «civico», in grado di garantire la massima unità della coalizione. Dopo quanto accaduto, non possono essere commessi passi falsi.
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Ecco perché da Roma si starebbero sondando una serie di curricula, al di fuori delle segreterie. Una scelta condivisa sia dalla Lega di Salvini che dal partito della premier. Fratelli d’Italia, in tal senso, avrebbe già individuato una serie di personalità della società civile. Nomi caldi, ad esempio, sono quelli di Federico Bonsignore, presidente dell’Ordine dei Medici di Genova e di Beppe Costa, presidente di Palazzo Ducale. Il rettore dell’Università di Genova Federico Delfino, al contrario, avrebbe declinato l’invito di Palazzo Chigi. Difficilmente il partito di Giorgia, comunque, punterà su dirigenti navigati, come il capogruppo in Regione Stefano Balleari o l’assessore regionale Simona Ferro. Discorso differente, invece, è quello inerente Forza Italia. Il partito fondato da Berlusconi non vorrebbe puntare su un attivista, ma neanche sarebbe pronto a scommettere tutto sul tecnico dell’ultima ora. Ragione per cui si sta pensando a un moderato con esperienza amministrativa, pure se non tesserato. In Liguria non mancano.
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Le opzioni che, in queste ore, stanno circolando sono soprattutto due. La prima è quella della deputata di Noi Moderati Ilaria Cavo. La giornalista, uscita bene dall’inchiesta sul voto di scambio, perché ha detto no al sostegno elettorale dei fratelli Testa, è apprezzata sia nel mondo cattolico che in diversi ambienti dell’universo conservatore locale. La seconda, invece, è quella di Marco Scajola, nipote dell’intramontabile sindaco di Imperia e già ministro Claudio. Questo non solo potrebbe ricompattare le file dei totiani, che comunque saranno della partita con una civica, ma avrebbe anche il beneplacito dei palazzoni romani, che difficilmente direbbero «no» a un nome di questa portata. Sembra, al contrario, essere tramontata l’ipotesi relativa a una discesa in campo del segretario regionale di Fi e sindaco di Rapallo Carlo Bagnasco. L’amico e fedelissimo di Piersilvio Berlusconi, sulle colonne del Secolo XIX, per il futuro, vede un centrodestra guidato da «una figura fuori dagli schemi tradizionali dei partiti».