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Camera, su pulizie e buvette reciso il filo che collegava coop rosse e Pd

Dario Martini
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Con il voto di ieri alla Camera viene reciso per sempre quel filo «rosso» che per anni ha legato il Pd alle coop che gestiscono i servizi di Montecitorio. Parliamo della famosa buvette, ma anche della pulizia e del facchinaggio. Come è stato possibile? Grazie alla nascita della nuova società in house, voluta fortemente dal questore anziano Paolo Trancassini (FdI), che dal due settembre internalizzerà questi servizi, riassorbendo interamente la forza lavoro che conta ben 325 persone tra camerieri, addetti alle pulizie e facchini. Non è un caso che le proteste maggiori, in alcuni casi molto veementi, in questi giorni siano arrivate dal Movimento 5 Stelle e dal Partito democratico. Uno dei più agitati si è rivelato il deputato dem Stefano Vaccari, che ieri ha tuonato: «È stato un colpo di mano del centrodestra, che con grossolane bugie, smascherate nel dibattito parlamentare, ha tentato di far credere che i nemici del popolo fossero quelle forze politiche che chiedevano, senza alcuna pregiudiziale, più tempo per riflettere».

 

 

Vaccari, di Reggio Emilia, conosce bene la realtà delle cooperative, tanto che ci ha lavorato lui stesso, quando negli anni scorsi, persa la poltrona da senatore, fu assunto come responsabile relazioni esterne dalla Unieco, coop rossa di Reggio che si occupava di rifiuti e bonifiche. E sempre di Reggio è la Cirfood, cooperativa che fino ad oggi ha gestito la ristorazione della Camera dei deputati. È senz’altro una coincidenza, ma proprio l’ex presidenza della Cirfood, Ivan Lusetti, nel 2022 appoggiò la corsa da segretario del Pd di Stefano Bonaccini. Poi si sa come è andata. Bonaccini perse e fu scelta Elly Schlein. Ma questo poco conta. La Cirfood è proprio quella società che conta il maggior numero di lavoratori che saranno internalizzati e diventeranno dipendenti a tempo indeterminato della Camera.

 

 

L’altra cooperativa principale che viene estromessa dalla rivoluzione votata ieri mattina è la Colser, specializzata nelle pulizie, con sede sempre in Emilia Romagna, a Parma. La nuova società in house è stata approvata nell’ambito del bilancio interno della Camera che ha visto il via libera dell’Aula. Gli stanziamenti previsti ammontano, nel complesso, a circa 14 milioni di euro. A differenza delle opposizioni, un plauso arriva dalla maggioranza. Il vicepresidente della Camera dei deputati, Fabio Rampelli (FdI), si dice «stupito del fatto che non ci sia un impeto trasversale a sostegno della sfida rappresentata dal varo di una società in house per la gestione dei servizi della Camera dei Deputati. Cerchiamo di migliorare e ottimizzare i servizi e la qualità del lavoro. L’accusa di aver avuto fretta è infondata visto che degli stipendi da fame e del precariato dentro Montecitorio si parla da dieci anni, senza che la sinistra abbia all’epoca mosso un dito. Non abbiamo avuto fretta: abbiamo fatto ciò che ritenevamo giusto nei tempi dati, essendo al secondo anno di legislatura».

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