Green deal, Dem già allineati. E Decaro promette l'ideologia "verde"
Tasse, tasse e ancora tasse. La sinistra nostrana non si smentisce mai. E, forte del ribaltone europeo, torna a cavalcare il peggiore incubo degli italiani: la rivoluzione verde. Un escamotage per massacrare automobilisti e proprietari di immobili. Una sorta di patrimoniale mascherata da imposta per salvare il mondo. Senza però disturbare la Cina, sia ben chiaro. Antonio Decaro, appena eletto presidente della commissione Ambiente del Parlamento Europeo, non ha usato giri di parole per ribadire il proprio delirio verde. «Nel solco di quanto è stato fatto, continueremo a dare risposte alle tante emergenze quotidiane legate ai temi che nella Commissione Envi per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare affronteremo. Ma non dobbiamo perdere di vista il senso delle sfide straordinarie che siamo chiamati ad affrontare. Non c’è solo il futuro del nostro continente in gioco ma un nuovo approccio globale alla risorsa pianeta».
Piazzetta rossa di Pd-M5S semivuota e senza Centro. Il dietro le quinte del flop
Val la pena di ricordare come le (sinistre) idee di Verdi e Pd si traducano in un autentico salasso per le famiglie italiane. Trentamila euro secondo alcuni studiosi, ben oltre i cinquanta mila secondo altri. «L’obiettivo di conseguire pienamente il nuovo Green deal è certamente una sfida ambiziosa, ma non impossibile, così come quella sulla sicurezza alimentare e sulla sanità pubblica - ha continuato Decaro - Bisogna lavorare per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente per ridefinire le relazioni con la salute, le produzioni, il commercio e la lotta contro lo spreco e la povertà alimentare. La presidente della Commissione Ursula Von der Leyen ha parlato del Mar Mediterraneo, noi in commissione Envi parleremo del fatto che nel 2023 è stato proprio il Mare nostrum il bacino a riscaldarsi di più nel mondo». Ma come fare, concretamente, per giungere ai livelli proposti dall'esponente dem? «Affronteremo il tema della transizione verde garantendo investimenti pubblici e stimolando quelli privati su larga scala. L’impegno più ambizioso sarà quello di coniugare le sfide ambientali con lo sviluppo di nuovi modelli di crescita economica sostenibile e sociale».
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Ovviamente viene accuratamente evitato di entrare nello specifico, di spiegare come l’acquisto delle macchine elettriche, ad esempio, sarà completamente sulle spalle dei cittadini. Al massimo, potranno essere concessi degli incentivi. Spiccioli, rispetto ai costi esosi di automobili che si ricaricano alle (poche) colonnine (attualmente disponibili). Immancabile, come da tradizione, l'accenno alla sanità pubblica. «Tracceremo i prossimi passi verso una vera e propria Unione europea della salute con politiche mirate alla sicurezza dell’approvvigionamento e l’accesso ai farmaci e ai dispositivi medici. Non ci sono motivi e non c’è tempo per tornare indietro. Saremo vigili sugli impegni presi e incalzeremo la Commissione affinché non ci siano tentennamenti sugli impegni presi con il futuro dell’Europa». Più che una dichiarazione, un vero e proprio avvertimento: italiani state pronti, il salasso è in arrivo.