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Usa 2024, chi sono i trumpiani d'Italia: dalla raccolta fondi alle registrazioni per votare

Aldo Torchiaro
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Trumpiani d’Italia, unitevi. Sotto questo slogan il rappresentante dei Republican Overseas, Marco Maximilian Elser, rivolge un appello ai sostenitori del tycoon. Esperto di operazioni  finanziarie, Elser vive a Roma, dove organizza gli incontri del comitato italiano di sostegno a The Donald. Il Great old party, come chiamano il Partito Repubblicano, conta su 500 iscritti in Italia. «Siamo meno numerosi dei Democrats abroad ma ci siamo anche noi». Raccolta fondi e registrazioni per votare sono all’ordine del giorno, nel suo comitato in pieno centro. «Noi americani votiamo per corrispondenza, è una grande conquista di democrazia. Perché votiamo tutti, indipendentemente da dove ci troviamo. E non viene persa nessuna scheda».

 

Il sostegno a Trump dalle comunità americane in Italia è pari a qualche decina di migliaia di voti. «Una percentuale piccola rispetto al voto degli italiani in America, se si pensa che la comunità italo-americana conta su quasi cinquanta milioni di elettori dal cognome italiano». Tra coloro che lavorano nello staff di Trump c’è anche un toscano: l’avvocato Lorenzo Marchi si occuperà del voto degli italo-americani, avendo la doppia cittadinanza, e di quello delle comunità ebraiche sparse in tutta l’America. Non sono pochi i sostenitori di Trump che, a prescindere dalla nazionalità non fanno mistero di simpatizzare per lui. Ci sono le tante fondazioni della destra italiana, capitanate da Nazione Futura di Francesco Giubilei. E ci sono i partiti, da quello di Stefano Bandecchi alla Lega e a Fratelli d’Italia. Matteo Salvini è un trumpiano della prima ora, Giancarlo Giorgetti è un buon amico di Mike Pompeo, ex sottosegretario di Stato americano, da sempre tra i fedelissimi di Trump.

 

Non fa mistero di esserne entusiasta Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro. E c’è anche, tra i supporter italiani più convinti, Ludovico Seppilli di Forza Italia Giovani, presente alla convention repubblicana di Milwaukee. Tutto il centrodestra di governo tifa Trump. Chi con più entusiasmo, chi con maggior garbo istituzionale. L’azzurra Stefania Craxi, presidente della commissione esteri del Senato, contempera: «Il tifo lo lascerei allo stadio. Sono i nostri più grandi alleati. E’ una grande democrazia e i legami tra i nostri popoli sono intessuti dalle tante battaglie di libertà che abbiamo condiviso. Lavoreremo con il presidente scelto dal popolo americano».

 

La sensazione è che di trumpiani ce ne siano molti più di quanti se ne dichiarino. Indimenticabile la difesa a spada tratta che di Trump fece Marco Tronchetti Provera, già nel 2018: «Sui dazi non credo che Trump voglia rompere gli equilibri mondiali », aveva detto l’amministratore delegato di Pirelli. E Flavio Briatore, che in Italia aveva portato anche il format The Apprentice, preso in prestito da Trump : aveva parlato con lui al telefono poco prima dell’attentato subito durante l’ormai famoso comizio. Chissà se Trump, una volta eletto, verrà a farne uno anche in Italia. «I Republicans overseas lo invitano ufficialmente, speriamo che al nostro invito segua presto anche quello delle autorità e del governo», dice al Tempo Marco Maximilian Elser.

Antonio Giordano, inviato da FdI alla convention di Trump, ci sta già lavorando : c’è un evento congiunto da tenere in Europa tra conservatori europei e americani: «La nostra apertura è ovvia, ci lavoriamo da due anni», fa sapere il deputato. L’obiettivo è portare in Italia la Conservative Political Action Conference in Europa (CPAC).
A dare una mano all’organizzazione del viaggio sarebbe una delle menti più raffinate del mondo conservatore americano, Thibault Muzergues.

Il senior advisor dell’International Republican Insitute, già vicino a Steve Bannon, si è stabilito da qualche tempo a Roma. Negli Usa, intanto, c’è già chi si è attivato per non restare indietro nelle gerarchie del Tycoon, come Carmine Berardi (nella foto in alto con Trump, ndr), figlio dell’ex deputato Amato e rappresentate di un folto gruppo di italo-americani di Philadelphia che, alcuni mesi fa, ha incontrato Donald.

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