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Lega, Molinari dice basta: “Smettiamo di farci del male nel centrodestra”

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«Le vicende europee non minano l’unità del centrodestra italiano», premette Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera della Lega, in un’intervista al Corriere della Sera che, però, al rilievo del leader di Forza Italia Antonio Tajani sul fatto di essere irrilevanti in Europa risponde: «Sapevamo che non avremmo avuto influenza sulle scelte, ma avevamo detto chiaramente di essere contro Ursula von der Leyen e soprattutto contro il suo programma. Dov’è la notizia?». E a Tajani rivolge una domanda: «Quanto conta FI dentro il partito popolare se la scelta finale è andata nel segno della continuità, per di più con l’allargamento ai Verdi, e non c’è stato lo spostamento a destra con il coinvolgimento dei conservatori?». 

 

 

«Nessuno è in grado di incidere sull’andamento dei fatti in Europa di queste ultime settimane perché alla fine hanno prevalso veti che condizionano le dinamiche politiche di Germania, Francia e Spagna - sottolinea Molinari -. FI è finita a votare con i Verdi e Pd, non c’è stato l’allargamento ai Conservatori. Non vedo cosa ci sia da rallegrarsi se esce rafforzato il programma che volevamo combattere. Consiglierei di smetterla con le punzecchiature. Abbiamo un governo solido, cerchiamo di portare avanti il lavoro senza disperdere energie. Discutere delle scelte europee, dove pure Meloni ha votato diversamente da Fi, non ha nulla a che vedere con il governo. Evitiamo di farci del male da soli». Molinari rimarca che la Lega «non è un partito di destra, ma una forza euroscettica, autonomista e federalista» ed è nel gruppo dei Patrioti formato «da forze molto eterogenee con programmi nazionali molto diversi, accomunate da un disegno tattico. Spostare l’asse delle scelte europee fuori dall’ideologia ambientalista». 

 

 

Quanto al referendum sull’autonomia, «ho forti dubbi che possa essere ammesso perché la legge Calderoli è collegata alla Finanziaria e perché dà attuazione della norma della Costituzione, ma se avrà il via libera, valuteremo allora se puntare sull’astensione o sul voto. Certo fa specie vedere il Pd andare contro l’autonomia che ha inserito nella Costituzione».

 

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