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Lega-Forza Italia, tensione sull'Ursula bis. Speranzon (FdI): “Porremo la questione politica”

Benedetto Antonelli
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I ripetuti botta e risposta della polemica tra Forza Italia e Lega sul bis di von der Leyen mettono in tensione la maggioranza, tanto che adesso interviene anche Fratelli d’Italia. Ad intervenire è il vice capogruppo al Senato Raffaele Speranzon: «I rapporti tra Forza Italia e Lega? Registriamo una certa fibrillazione determinata dalla campagna elettorale per le europee, con qualche straccio che è volato per la scelta della presidente della commissione. Noi faremo il possibile affinché ci sia la piena disponibilità da parte degli alleati a realizzare il programma elettorale per cui siamo stati eletti nei tempi previsti». Poi l’affondo: «Abbiamo un calendario d’Aula fittissimo e delle riforme da portare avanti. Se dovessimo riscontrare una direzione diversa da questa, porremo una questione politica all’interno della coalizione. Spero che tutte le forze politiche sappiano mettere da parte le bandierine nell’interesse degli italiani».

 

 

Questa fase politica è delicata, e Fratelli d’Italia non vuole complicare il lavoro che Giorgia Meloni sta portando avanti proprio in questi giorni per definire con von der Leyen il ruolo che l’Italia dovrà avere nella commissione Ue. È vero che anche FdI non ha votato il secondo mandato di Ursula, ma si tratta di un’opposizione diversa da quella della Lega. Mentre la bocciatura che viene da Salvini è senza appello, il voto contrario di FdI non implica che Meloni non possa collaborare con la nuova Commissione, anche perché non potrebbe essere altrimenti. Anche Antonio Tajani, infatti, ha sottolineato che il «no» di FdI è diverso da quello della Lega.

 

 

«Tutti riconoscono il ruolo dell’Italia - ha detto la presidente del Consiglio - e sono certa che queste saranno le valutazioni che si faranno quando si faranno le deleghe». Il nostro governo punta soprattutto ad un commissario che abbia una delega economica (concorrenza, mercato interno o Affari economici e Bilancio). Ma punta anche ad una vicepresidenza di «peso». Tanto che Meloni dovrebbe indicare due nomi. Non è un mistero che quelli in pole siano Raffaele Fitto (attuale ministro al Pnrr, Sud e Affari europei) ed Elisabetta Belloni (diplomatica di lungo corso e capo dei Servizi in carica). Anche se non è del tutto da escludere che alla fine spunti anche una terza figura, che potrebbe essere meno politica e più espressione della società civile. Nel caso in cui sia proprio Fitto a dover traslocare a Bruxelles, si aprirà la partita del suo sostituto. Possibile uno spacchettamento delle sue deleghe. Quella agli Affari europei potrebbe andare all’attuale viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli. Quando von der Leyen prenderà la sua decisione si capirà se il voto contrario di FdI avrà avuto conseguenze o se la presidente della Commissione agevolerà le richieste di Meloni per poter contare su una futura collaborazione quando avrà necessità dell’appoggio italiano su alcuni dossier caldi che potrebbero metterla in crisi nell’europarlamento.

 

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