Schlein in braccio a Fratoianni-Bonelli. E “benedice” il patto con Renzi per provare a scalzare Meloni
Il rimando alla memoria c’è. Con le debite proporzioni, perché il solo immaginare il mitico segretario del Pci con le sneaker bianche sarebbe pura blasfemia. Eppure anche Angelo Bonelli, che insieme al tenebroso Nicola Fratoianni tiene in braccio Elly Schlein, da lontano può ricordare Roberto di Vergaio, se non fosse che per la capigliatura disordinata. La foto scattata a Genova conquista più like tra i supporter del Nazareno dell’altra immagine della settimana. Ovvero l’abbraccio durante la partita del cuore tra un altro toscano (dalla pettinatura più ordinata) e la segretaria del Pd. Pura scaramanzia, Matteo Renzi ed Elly Schlein festeggiavano un gol annullato, che come metafora politica non è tra le più propizie. Il bacio di «Giuda» come ha inveito un militante, laddove Giuda è comunque un signore che ha già fatto le scarpe ad Enrico Letta e a Giuseppe Conte. La segretaria del Pd sa bene che gran parte del suo partito non vede di buon occhio un’alleanza con Renzi. Ecco perché cerca di raffreddare la polemica ma allo stesso tempo tira dritto rinnovando la sua "benedizione" alla ritrovata intesa con Matteo: «Se politicizziamo anche il calcio siamo finiti, lo dico nell’interesse degli italiani», dice a Perugia dove si trova per la raccolta firme contro l’Autonomia. Poi aggiunge: «Noi siamo ed eravamo ieri, lo saremo anche domani, testardamente unitari per favorire un’ampia convergenza su progetti condivisi e candidature credibili. Questo siamo impegnati a fare in tutta Italia e anche in Umbria».
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La certezza è che Schlein vuole tenere insieme tutti, di sicuro anche Fratoianni e Bonelli. Tradotto in politica spicciola, che è meno glamour ma più sostanza, patrimoniale senza se e senza ma, via giudiziaria uber alles, Nato con il contagocce, sentiamo prima Cecilia Strada. Il tutto senza veti, fatto salvo che a decidere saranno loro, nel salottino business. Una riedizione bonsai del comitato centrale: Elly decide, Angelo «Benigni» la solleva. Per gli altri posti in piedi, «mettetevi comodi, il cambiamento non è un pranzo di gala». Ora siamo al beach soccer in leggerezza, una lunga partita del cuore: si mettono a punto le marcature, ci si abbraccia persino per un fuorigioco. Senza inutili cattiverie o falli di reazione (il solito Conte, escluso da tutti gli scatti, osservato speciale), perché come predica l’Oronzo Canà che non è Ignazio La Russa, «bisogna essere testardamente unitari». Una simulazione che coincide con l’avvio della raccolta delle firme sul referendum abrogativo dell’autonomia differenziata.
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Elly in versione finalmente «pop», grazie ai balletti con Annalisa, motteggia da Perugia, recitando in puro stile «Schlein» il canovaccio: «La legge di Giorgia Meloni spacca in due il Paese, aumenta le disuguaglianze che Sud e aree interne hanno già pagato troppo, ma è una riforma insensata anche per il Nord». Rispondono da mercati rionali sia Maria Elena Boschi che gli inseparabili Bonelli e Fratoianni; si distingue almeno per aver scelto una location più vicina alla via di fuga pomeridiana, lo scaltro Conte da Civitavecchia. Poi al tramonto Elly raggiunge Cesena per incoronare Michele De Pascale, candidato alla successione di Stefano Bonaccini in Emilia Romagna. In fondo uno strapuntino nel «Comitato centrale» non si nega nessuno, tanto meno ad uno come Stefano, lo sfidante che è diventato il più leale dei collaboratori.
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