Inchiesta Venezia, l'assessore Renato Boraso rassegna le dimissioni
Inchiesta Venezia, l'assessore alla Mobilità, Renato Boraso, ha rassegnato le dimissioni. Non si ferma il terremoto attorno al comune lagunare in seguito all'inchiesta per corruzione. L'ex assessore lo ha comunicato dal carcere di Padova. «Il mio assistito Renato Boraso ha firmato le sue dimissioni definitive e irrevocabili e me la ha consegnate. Io domani mattina le depositerò in Comune a Venezia». L’avvocato Umberto Pauro conferma quello che l’ex assessore alla mobilità di Venezia aveva fatto trapelare, ossia che si sarebbe dimesso «quanto prima» dalla sua carica pubblica. L’avvocato veneziano conferma anche che venerdì 19 luglio in carcere al Due Palazzi di Padova ci sarà l’interrogatorio di garanza dell’ormai ex assessore veneziano, cui vengono contestati reati di corruzione, concussione e autoriciclaggio.
Appalti e corruzione, chi c'è dietro l'inchiesta che ha terremotato Venezia
Potrebbe tenersi già venerdì 19 in carcere a Padova, dov’è attualmente detenuto in custodia cautelare per il rischio di inquinamento delle prove, il primo interrogatorio di Renato Boraso, l’assessore alla Mobilità arrestato per lo scandalo tangenti che in un diverso filone d’indagine ha portato a un avviso di garanzia anche per il sindaco Luigi Brugnaro per l’area dei Pili. Boraso è accusato di 11 diversi episodi di corruzione negli ultimi 6 anni per circa 500mila euro. Intanto bel consiglio comunale di Venezia, continuano le polemiche tra la maggioranza e l’opposizione che chiede le dimissioni di Brugnaro e un consiglio comunale straordinario in cui affrontare politicamente i temi emersi con l’inchiesta. Il sindaco, in una lettera, ha detto che non si sottrarrà e anzi sarà lui stesso a metterlo all’ordine del giorno in uno dei prossimi consigli.