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Partita del cuore, quell'abbraccio inaspettato tra Schlein e Renzi spiazza il Pd

Edoardo Sirignano
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Non c’è niente di più vero del calcio. Ragione per cui l’abbraccio tra Elly Schlein, in versione Holly e Matteo Renzi, che imita Cassano, a partire dalla pancetta di troppo, si dimostra più di una semplice prova in ottica campo larghissimo. Quello dell’ex premier è un vero e proprio assist per la segretaria del Pd, che dal terreno dell’Aquila, mediante il goal, che non ti aspetti, prova a risanare una frattura, fino all’altro ieri aperta. Lo schema sul Terzo Polo, d’altronde, si rivela fallimentare e dunque, il giglio di Firenze, non avendo altre possibilità, si scorda del passato e torna a flirtare con quella compagna prima ignorata e poi criticata. Un riavvicinamento che si evince, in modo chiaro, mediante abbracci e sorrisi, pubblicati da Matteo su X. Non sfugge, però, neanche il protagonismo di Giuseppe Conte, che costringe gli organizzatori a farsi dare la maglia numero 10, quella riservata ai campioni. Come si evince in una storia Instagram, che richiama al Brasile, solo lui sa inventarsi la magia, che può consentire ai progressisti di vincere.

 

 

Le note di Mas que nada, certamente, non appartengono alla nordica Schlein, impegnata a fraseggiare col fuoriclasse di Italia Viva e poco col compagno d’attacco, scelto dal presidente del Senato e Oronzo Canà per un giorno Ignazio La Russa. Chi, invece, si trova a pennello col Ronaldinho di Volturara Appula è il numero uno di Si Nicola Fratoianni, che da buona ala, cerca di supportare la punta del M5S nei suoi inserimenti. Ruolo indovinato dal mister di Fdi è pure quello riservato al verde Angelo Bonelli, portiere più che affidabile. Negli ultimi mesi, d’altronde, ha dovuto rimediare a ogni ingenuità commessa dai suoi alleati in Parlamento, comprese le occupazioni di proprietà altrui e gli affitti non pagati. Chi, al contrario, prova a ritagliarsi il suo spazio dall’altra parte del campo è Luigi Marattin. A parte la foto negli spogliatoi con l’ex mentore toscano, tanti gli sguardi di complicità col centrodestra made in Meloni, in particolare con i fuoriclasse azzurri. Come si fa, d’altronde, a resistere al fascino dei campioni del grande team selezionato da Silvio?

 

 

Sul prato del Gran Sasso, tra le file dei berluscones, ci sono giocatori di assoluto livello: il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, quello del Senato Licia Ronzulli e soprattutto l’esperto senatore Maurizio Gasparri. Altro affidabile ultimo uomo è il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che coadiuvato dal sottosegretario e difensore Alessandro Morelli, prova a fermare ogni incursione degli avversari. Chi sa fronteggiare una crisi, certamente, non ha alcuna difficoltà a fermare il primo tiro da fuori area. Tra le stelle della nazionale parlamentari spicca pure il mastino di centrocampo o il Gattuso in versione pugliese Leonardo Donno. Chi riesce a emergere nelle furiose risse di Montecitorio, può spuntarla ovunque. Tra le nuove promesse, invece, il nome da tenere sott’occhio è Marco Furfaro. Tra i corridoi del Nazareno si vocifera che già abbia prenotato l’ambito ministero del Lavoro. Medesimo ragionamento vale per la onnipresente Anna Ascani, che dovrà scegliere solo se candidarsi nella sua Umbria o andare avanti nella sua rapida scalata romana. Più silenziosi, invece, i capigruppo Pd Francesco Boccia e Chiara Braga. Anche sul terreno di gioco devono placare i malumori sopiti e tracciare quelle alleanze dovute. Il regista pentastellato Ettore Licheri ne sa qualcosa.

 

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