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Italia-Israele, il contropiede di Cisint: partita a Monfalcone con il patrocinio

Christian Campigli

Lo sport dovrebbe unire, abbattere barriere, creare solidarietà. Concetti che, la sinistra, ha per anni usato per portare avanti l'abbattimento delle frontiere e delle nostre tradizioni. Idee che, oggi, di fronte ad una partita di calcio, diventano opinabili, discutibili, persino sbagliate. Il comune di Udine ha deciso infatti di non patrocinare la partita di calcio Italia-Israele, che si giocherà lunedì 14 ottobre allo Stadio Friuli-Bluenergy Stadium. Il motivo va ricercato nella levata di scudi del comitato per la Palestina di Udine, che aveva gridato allo scandalo. Così la giunta comunale, pur di non infastidire la sinistra massimalista, ha ritenuto che "la scelta di patrocinare la partita sarebbe stata divisiva, essendo Israele uno stato in guerra".

 

  

 

Una decisione sulla quale il centrodestra non è rimasto silente. "Il Comune di Udine non perde occasione per distinguersi in termini di faziosità e nella capacità di alimentare divisioni a senso unico, sempre dalla parte delle posizioni più estreme della sinistra - ha sottolineato, in una nota, il sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint -. Non accorgersi che lo sport è un elemento di unione e dimenticare che Israele è la vittima del terrorismo di Hamas con 1500 innocenti uccisi è un segno grottesco di una caduta di civiltà che una città come Udine non merita di dover sopportare".

 

 

Fin qui l'analisi. Ma l'esponente leghista si spinge oltre e avanti anche una proposta concreta. "La città di Monfalcone sarebbe sommamente onorata ad ospitare l'incontro Italia Israele e si rende disponibile a offrire patrocinio e strutture per celebrare questo importante appuntamento sportivo".