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Von der Leyen, la strada di Meloni: "Il voto FdI non compromette il ruolo dell'Italia"

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Il voto contrario degli eurodeputati di Fratelli d’Italia alla riconferma di Ursula von der Leyen alla presidenza della commissione Ue «ovviamente non comprometterà la collaborazione che il governo italiano e la commissione europea hanno già dimostrato di saper portare avanti su molte materie, come ad esempio quella della migrazione». Allo stesso modo, «non ho ragione di ritenere che la nostra scelta possa in alcun modo compromettere il ruolo che verrà riconosciuto all’Italia nella commissione Ue: l’Italia è un Paese fondatore, la seconda manifattura, la terza economia d’Europa con uno dei governi più solidi tra le grandi democrazie europee ed è sulla base di questo, e solo di questo, che si definisce il peso italiano». A fine giornata, dai giardini di Blenheim Palace, nell’Oxfordshire, dove si è concluso il quarto vertice della Comunità Politica Europea, Giorgia Meloni registra un video per commentare la votazione avvenuta qualche ora prima al Parlamento europeo, a Strasburgo.

«Voglio fare comunque gli auguri di buon lavoro a Ursula von der Leyen», precisa Meloni spiegando che il suo partito ha deciso di non votare a favore di von der Leyen perchè «siamo rimasti coerenti con la posizione espressa nel Consiglio europeo di non condivisione del metodo e del merito». La giornata è stata convulsa, fino all’ultimo minuto non si è saputo come avrebbero votato i deputati di Fratelli d’Italia. Ad annunciare per primo il voto contrario è stato il capo delegazione del partito all’Eurocamera, Carlo Fidanza, in un punto stampa. «La delegazione di Fratelli d’Italia, in stretto contatto anche con il presidente Giorgia Meloni, dopo un’approfondita analisi dei passaggi degli ultimi giorni, dopo aver ascoltato il discorso della presidente candidata questa mattina, ha deciso di non sostenere la rielezione di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione europea». «Lo abbiamo fatto - ha puntualizzato - pur avendo apprezzato in questi mesi lo spirito collaborativo che ha caratterizzato il rapporto tra Ursula von der Leyen, il governo italiano, il presidente Meloni su alcuni temi. In particolar modo pensiamo all’attuazione del Pnrr e anche alla svolta che c’è stata grazie all’impulso del governo italiano sulle tematiche migratorie, l’attenzione alla dimensione esterna, agli accordi che sono stati realizzati con i paesi del Nord Africa per contenere l’immigrazione irregolare. E ciononostante, le scelte che sono state fatte in questi giorni, la piattaforma politica, la ricerca di un consenso a sinistra allargato fino ai Verdi che sono arrivati addirittura ad annunciare un loro voto a favore della presidente von der Leyen hanno reso impossibile un nostro sostegno a una sua riconferma perchè riteniamo che non venga dato seguito a quel forte messaggio di cambiamento che è uscito dalle urne del 9 giugno e che non viene recepito in alcun modo dagli impegni programmatici della presidente von der Leyen e della maggioranza che oggi l’ha sostenuta in quest’Aula», ha aggiunto Fidanza. Meloni ha quindi confermato la linea scelta in occasione dell’ultimo Consiglio europeo, quello appunto sulle nomine dei vertici dell’Ue, che si è tenuto il 28 giugno scorso. In quella occasione la premier aveva scelto l’astensione su un secondo mandato a von der Leyen e voto contrario per le nomine di Antonio Costa a presidente del Consiglio europeo e di Kaja Kallas ad Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la politica di sicurezza. Al termine di quella lunga riunione, a notte profonda, spiegò ai giornalisti che la proposta formulata da popolari, socialisti e liberali per i nuovi vertici europei era «sbagliata nel metodo e nel merito». Le stesse parole ripetute oggi che confermano che la situazione non si è sbloccata in queste ultime tre settimane.

 

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