emergenza migranti
Migranti, missione di Meloni a Tripoli. Riflettori sul Mediterraneo
Di nuovo in Libia a distanza di poco più di 2 mesi dall’ultima missione nel Paese. Mercoledì 17 luglio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, su invito personale rivoltole dal primo ministro del Governo di unità nazionale libico Abdulhameed Mohamed Dabaiba, volerà a Tripoli per partecipare al "Trans-mediterranean migration forum" (Tmmf). L’evento è stato organizzato su iniziativa del governo libico allo scopo di discutere degli sforzi compiuti per affrontare le cause profonde delle migrazioni, di lotta contro il traffico di esseri umani, di rimpatrio ed evacuazione dei migranti dai Paesi di transito, di sistemi di protezione, di gestione delle frontiere e di promozione della cooperazione tra i Paesi d’origine, di transito e di destinazione in Africa ed Europa. Il forum riunirà rappresentanti di 28 Paesi del Mediterraneo e dell’Africa subsahariana, oltre a rappresentanti di organizzazioni internazionali governative e non governative. Per l’Ue parteciperà il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas che, oltre ad incontrare Dabaiba, terrà consultazioni ad alto livello con membri del governo libico su migrazione, sviluppo, sicurezza e sistemi di protezione, in particolare per donne e minori. Il forum sarà strutturato in due segmenti: il primo a livello di capi di Stato e di governo e di vertici delle organizzazioni internazionali coinvolte, a cui prenderà parte Meloni, sarà chiamato a fornire una visione strategica; il secondo, cui parteciperà il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e cui sono invitati numerosi ministri dell’Interno europei e africani, si concentrerà invece sulla cooperazione di sicurezza, incluso il contrasto al traffico di migranti e ai movimenti irregolari, lo scambio di esperienze e informazioni, i canali legali di migrazione. Alla vigilia dell’evento, attraverso un post su Facebook, Dabaiba ha affermato che il forum sarà «una seria piattaforma di discussione per creare un quadro pratico e strategico che garantisca lo sviluppo dei Paesi africani per arginare il fenomeno migratorio, secondo approcci che affrontino la realtà della questione nei Paesi d’origine dopo che l’esperienza ha dimostrato il fallimento della soluzione securitaria». «I Paesi del Sahel non sono più solo Paesi di transito - ha aggiunto il primo ministro - e il numero crescente di migranti ci pone di fronte alla responsabilità morale e di sicurezza di impegnarci con tutti i Paesi interessati per sviluppare soluzioni globali che affrontino la questione tempestivamente e garantiscano una vita dignitosa ai cittadini africani nel proprio Paese». La scorsa settimana nel corso di una conferenza stampa il ministro dell’Interno del governo libico, Imad Trabelsi, ha sottolineato la necessità di rendere sicure le frontiere meridionali per eliminare le principali fonti di migrazione illegale e ha inoltre sottolineato che il numero di lavoratori presenti in Libia è di circa 2,5 milioni di persone, la maggior parte delle quali entrata senza visto attraverso le frontiere.
Al termine del forum Meloni volerà direttamente nel Regno Unito dove giovedì si terrà la riunione della Comunità politica europea (Epc). Secondo quanto si apprende nel corso dell’edizione che si svolgerà a Blenheim Palace, sito patrimonio mondiale dell’Unesco nei pressi di Oxford, sarà trattato per la prima volta su forte spinta italiana proprio il tema migratorio. Oltre ai rappresentanti degli Stati, parteciperanno, per la Ue, il presidente uscente del Consiglio Europeo Charles Michel e l’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza uscente Josep Borrell. Il vertice di giovedì 18 luglio si svolgerà in tre momenti principali. La plenaria di apertura sarà dedicata all’Ucraina e alla sicurezza europea e sarà presieduta dal premier britannico Keir Starmer e da Michel. Si terranno poi quattro tavole rotonde tematiche parallele dedicate a: migrazione, copresieduta da Albania e Italia; energia e connettività, copresieduta da Norvegia e Slovenia; difesa della democrazia, divisa in due sessioni parallele copresiedute da Francia e Moldova e dal Consiglio Europeo e dal Montenegro.