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Biblioteca di Napolitano al Senato. La Russa: "Quando fu eletto la destra tirò sospiro di sollievo"

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Si è svolta in Senato la firma della convenzione tra il Senato della Repubblica e gli eredi di Giorgio Napolitano, nella persona del professor Giulio Napolitano, ai fini della costituzione del fondo "Giorgio Napolitano" presso il polo bibliotecario parlamentare. «Quando fu eletto presidente della Repubblica - ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa - io ricordo i commenti nel mio ambiente, che era quello della destra, e si tirò un sospiro di sollievo. Perché era un esponente del Partito comunista, ma era un esponente che tutti riconoscevano espressione delle istituzioni. Grazie per questa che non è una donazione, è un regalo che fate alle istituzioni, al Senato in particolare, e grazie per dare la possibilità a chi vorrà approfondire di consultare i volumi e le carte» di Giorgio Napolitano.

 

 

 

 

«Ci tengo particolarmente a ringraziarla - ha replicato a La Russa Giulio Napolitano - anche a nome della nostra famiglia per aver voluto organizzare questa piccola ma significativa cerimonia, in occasione della sottoscrizione del contratto di donazione della biblioteca personale di mio padre alla Biblioteca del Senato. Si tratta di libri da lui attentamente selezionati, desiderati, letti e gustati, studiati e annotati. Prezioni breviari, li definirei, di riflessione culturale e storico-politica. Ci tengo a ricordare, perché mi pare significativo e se posso permettermi, bellissimo, che mio padre venne nel suo ufficio al Senato già nel pomeriggio dello stesso giorno in cui, la mattina, aveva rassegnato le dimissioni da presidente della Repubblica. E ha partecipato con passione e direi con umiltà, nelle più ovattate atmosfere di Palazzo Madama e da una più distaccata prospettiva, alle discussioni in Aula e in commissione, soprattutto su questioni di politica europea e internazionale. Nel contempo ha scoperto, ma non fu una sorpresa, e grandemente apprezzato la professionalità e disponibilità di tutte le strutture del Senato, a cominciare dal Segretariato generale, anche in occasione della non facile presidenza della prima seduta della scorsa legislatura».

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