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Giovanni Toti, la lettera al suo legale: "La poltrona è più un peso che un onore"

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Giornata densa di novità in merito al caso del presidente della Liguria Giovanni Toti, finito agli arresti domiciliari dallo scorso 7 maggio per un’inchiesta della procura di Genova in cui è accusato di corruzione. Oggi è stato diffuso il contenuto della lettera che il governatore ha inviato al suo legale Stefano Savi: «È chiaro che per me la poltrona di presidente è maggiormente un peso che un onore. Forse sarebbe stato più facile, fin da subito, sbattere la porta, con indignazione, al solo sospetto mosso sul mio operato». E ancora: «Nella mia vita ho cambiato tante volte, non mi spaventa personalmente rinunciare ad un ruolo a cui pure sono legato, per i risultati che rivendico a cui ho dedicato ogni singolo minuto degli ultimi nove anni, sacrificando affetti e amici. Il conto umano è in pareggio, la gratificazione per quello che gli elettori liguri mi hanno consentito di fare, dal Ponte San Giorgio in poi, è enorme».

 

 

 

Poi un passaggio sulla presidenza regionale: «Non è un bene personale. È un patrimonio collettivo. Di chi l’ha votata, di chi l’ha sostenuta, di coloro che si sono spesi per una avventura politica. Ho sperato, e spero ancora, che giustizia e politica possano rispettare i propri ruoli e le proprie prerogative». Come detto però le novità non si limitano alla missiva inviata da Toti al suo legale Stefano Savi. Perché il Consiglio superiore della magistratura ha accesso i suoi riflettori per far luce sull’inchiesta ligure. Nel dettaglio le consigliere laiche Claudia Eccher (Lega) e Isabella Bertolini (FdI) hanno presentato una richiesta di procedimento disciplinare nei confronti dei magistrati del Tribunale del Riesame che hanno confermato la misura cautelare degli arresti domiciliari. Nell’atto si legge: «Il Tribunale del Riesame in data 11 luglio 2024 ha confermato gli arresti domiciliari al Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, con una nuova ordinanza che prevede inopportuni richiami all’etica, al diritto naturale e che, con toni ironici, sconfina nell’irrisione dell’indagato, in particolare del provvedimento in cui si sostiene che lo stesso “avrebbe intenzione di fasi spiegare dagli inquirenti cosa sia lecito e cosa non lo sia».

 

 

Ma non è finita qui dato che Eccher e Bertolini hanno sollecitato «l’apertura di una pratica in quarta commissione al fine di valutare elementi incidenti sulla valutazione di professionalità dei magistrati che compongono il collegio». Infine la richiesta di Toti, inoltrata alle toghe genovesi di poter incontrare il leader della Lega Matteo Salvini. Il quale si recherà a Genova il prossimo 15 luglio. Con ogni probabilità la decisione dei magistrati giungerà dopo quella data, però visto il precedente - Toti in passato ha già incontrato i suoi fedelissimi nonostante i domiciliari che sconta ad Ameglia - può ben sperare.

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