protesta
Ue, guerra totale di Bruxelles contro Orban. “Da fermare a tutti i costi”
Fermare la presidenza di Viktor Orban a ogni costo. Renderla innocua, ininfluente evitando però uno scontro diretto. È questa la linea di Bruxelles e dei leader europei dopo i viaggi intrapresi in totale autonomia dal premier ungherese in Russia e in Cina e che hanno imbarazzato i 27, sempre più al fianco dell’Ucraina di Volodymyr Zelensky. Inevitabile che questa decisione arrivi a margine del vertice Nato, vista anche la concomitante ira di Washington per le iniziative di Budapest e gli incontri che sanno di tradimento con Vladimir Putin e Xi Jinping.
Che l’aria tra Orban e l’Unione Europea sia sempre più tesa lo testimonia un primo atto di protesta: il comitato degli ambasciatori dell’Ue hanno espresso una lamentela formale nei confronti di Budapest. Governo magiaro che ha respinto le critiche chiarendo che i viaggi in Cina e Russia sarebbe stati organizzati solo a livello nazionale e non in veste europea. Ma secondo quanto ha ricostruito Claudio Tito su La Repubblica, le conseguenze del nuovo scontro tra Ungheria e UE saranno molto più ampie. Se da un lato è sempre più chiaro che la revoca del semestre di presidenza a Budapest sia irrealizzabile, dall’altro la politica europea adotterà altre contromisure. I consigli europei informali a guida Orban verranno disertati e dequalificati, con la presenza dei ministri UE limitata. Il premier ungherese poi non avrà assegnato alcun incarico politico al di fuori delle pratiche formali legate al suo ruolo. Orban sarà quindi destrutturato e la sua presidenza sarà solo formale.
Stesso destino vivrà il nuovo gruppo “I Patrioti” formato a Bruxelles dal premier ungherese: nessuno dei parlamentari infatti verrà coinvolto nella spartizione degli incarichi e verrà escluso dalle vicepresidenze e dalle presidenze di commissione. Ma non solo: la vendetta dei 27 si manifesterà in tutta la sua forza in autunno. Primo snodo del difficile rapporto tra Bruxelles e Orban sarà il momento in cui l’europarlamento dovrà esaminare le candidature dei Commissari. I più informati danno per certa la bocciatura istantanea del nome che verrà avanzato da Budapest. E poi la minaccia più grande: potrebbero arrivare nuove e importanti sanzioni economiche all’Ungheria, unico argomento che davvero interessa al premier ungherese.