dopo una malattia
La sinistra dell’odio: “Hai i capelli corti, sei fascista”. Ma la consigliera ha avuto una malattia
"Fascista, non voglio avere niente a che fare con te." Queste parole taglienti non hanno nulla a che vedere con le idee politiche, ma con un taglio di capelli. Lorenza Amendola, consigliera comunale di 46 anni, racconta di essere stata bersaglio di accuse infondate e messaggi allusivi sui social che associano la sua testa rasata al fascismo. La donna, eletta con Fratelli d'Italia, denuncia un clima di ostilità basato su pregiudizi estetici. "L'associazione tra il mio taglio di capelli e il fascismo è ridicola", le parole a La Nazione, in un’intervista in cui ha spiegato che la sua scelta di portare i capelli rasati è una questione personale e significativa. Undici anni fa, dopo una diagnosi di tumore, Lorenza decise di tagliare i capelli, come segno di gratitudine per la vita. La stessa scelta l'ha fatta tre anni fa, quando ha affrontato una ricaduta della malattia. Ogni volta, radersi la testa è stato un modo per ripartire da zero e ritrovare la forza di andare avanti.
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"Giudicare le persone dall'apparenza è assurdo", sottolinea la donna. "Indossare una camicia nera o avere i capelli corti non significa essere fascisti. Voglio essere libera di esprimermi come desidero, senza essere etichettata”. Lorenza è determinata a sfidare questi pregiudizi, non solo per sé, ma anche per chi potrebbe essere troppo fragile per sopportarli: "La vita è un dono e la salute è preziosa. Basta giudicare le persone per il loro aspetto. Siamo individui con sogni, capacità e obiettivi”. Orgogliosa dei valori trasmessi dalla sua famiglia, Lorenza spera che la sua esperienza possa ispirare altre donne a non lasciarsi condizionare dai giudizi altrui: ”Mi batterò per questo. Queste allusioni, le frasi ricevute via social o anche per strada durante la campagna elettorale mi feriscono certo, ma io sono qui in piedi anche dopo un tumore e ho le spalle larghe. Penso però a tutte quelle persone che attraversano lo stesso tunnel della malattia e sono fragili e magari non hanno la forza di indossare la parrucca o un cappello. Devono sentirsi giudicate per questo?”. Un racconto delle storture anti-destra e di chi vede il fascismo ovunque.