La sinistra di Salis e Fratoianni dietro le quinte: "Soviet di quartiere" e lotta ai giornali critici
Occupazione sovietica. Con queste due parole possiamo indicare il nuovo corso di Sinistra Italiana, quello prospettato dal segretario Fratoianni, dopo l’inatteso risultato delle europee. Basta farsi un giro nella sala semivuota del centro congressi Frentani di Roma, per capire il sentiment dominante fra i compagni di Nicolone. La svolta regna intorno a un solo profilo: Ilaria Salis. La neo eletta eurodeputata ed ex detenuta a Budapest, in shorts jeans e canotta, accompagnata chi l’ha liberata dalle carceri ungheresi, è la star indiscussa. Tutti la cercano, tutti le rivolgono la parola e la ringraziano dal palco. Le sue dichiarazioni sulle invasioni di proprietà, a vantaggio dei meno abbienti, hanno fatto breccia nei cuori di quelli che si definiscono «gli eredi della Rifondazione del 1996», come evidenzia il dirigente campano Roberto Montefusco.
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A quelle persone, che la stringono e l’abbracciano, riferisce: «Siamo solo all’inizio. La rivoluzione è appena iniziata». Ragione per cui un’anziana dirigente la considera addirittura una Robin Hood 2.0. L’ex deputata Serena Pellegrino spiega dal leggio, mentre i suoi capi mordicchiano un panino, (che tanto ricorda quello di Franceschini, quando lanciò la segretaria Serracchiani), come «una persona diventa ricca quando ha una chiave per entrare in casa. Da sempre l’essere umano ha cercato un’abitazione». Ragione per cui le occupazioni della paladina Ilaria non solo devono essere giustificate, ma addirittura diventare modello per i pochi giovani rimasti.
A spiccare, nell’assemblea, d’altronde, è soprattutto il ritorno della 94enne Luciana Castellino, che pur avendo difficoltà a spostarsi, esorta quello che dovrebbe essere il «nuovo Pci» a distinguersi per «i soviet di quartiere». Standing ovation quando la presidente onoraria dell’Arci chiede alle «borgate romane» di attivarsi per «ridisegnare le città», proprio come accadeva ai tempi della lontana Urss.
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Le sezioni utilizzate per anni e non pagate nella capitale sono, dunque, solo l’inizio di un percorso. L’obiettivo è partire dai bilocali per giungere ai palazzi del potere. A partire dalle prossime regionali, c’è chi sostiene che sia giunto il momento che Avs pretenda quanto le spetta, come qualche presidenza di Regione. «Ogni intesa – vocifera un segretario provinciale – ha un prezzo». Pur essendo una netta minoranza, nella sala mensa, allestita per l’occasione, comunque, non manca qualche critica: «Chi dall’adolescenza monta i gazebo – riferisce un sostenitore della prima ora – ha le briciole, mentre gli ultimi arrivati sono padroni indiscussi». La ragione, che accomuna la classe dirigente di Si, è una soltanto: la lotta contro i nuovi e vecchi nemici.
C’è chi ne fa addirittura una gerarchia. Al primo posto ci sono i giornaloni della destra, che denunciano i debiti e le storture degli intoccabili e poi ovviamente i soliti poteri forti, il capitalismo e gli immancabili israeliani. Qualcuno addirittura propone una «festa nell’ambasciata palestinese a Roma». Insomma, prende il via il nuovo corso. L’alleanza con il Movimento 5 Stelle, secondo il senatore Giuseppe De Cristofaro, «può solo far espandere una forza, che cresce di giorno in giorno». Riferisce l’ex governatore della Puglia Nichi Vendola, sottovoce, ad alcuni dei suoi raggruppati nella hall della sala congressi: «Sono gli altri, che stanno venendo dietro a noi e non viceversa». Il problema, però, è come armonizzare il rapporto con gli alleati, soprattutto con i pentastellati di Giuseppe Conte. «Adesso – riferisce un esponente pugliese del partito – ci va il segretario a discutere con Beppe Grillo e i suoi sodali».