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Le Pen, il primo turno è suo: "Iniziata la fine di Macron". Lui lancia l'ammucchiata

Pietro De Leo

Tutto come ampiamente previsto. Il primo turno delle elezioni legislative in Francia vede la netta prevalenza del Rassemblement National guidato da Marine Le Pen che gli exit poll, quando andiamo in stampa, accreditano al 33,5%. Si tratterebbe di una crescita di ulteriori 3 punti rispetto al risultato, già molto positivo, delle elezioni europee. Il Nuovo Fronte Popolare, cartello dei movimenti di sinistra (dai socialisti riformisti ai melanchonisti e gli ecologisti) si attesta al 28,5%. Fermo a poco più del 20 la coalizione «Ensemble», che fa capo al Presidente Emmanuel Macron. Un turno partecipatissimo con l’ultima previsione che segnava circa il 65% di aventi diritto al voto che si sono recati alle urne (18% in più rispetto al 2022). Ora, quindi, occhi puntati al round del ballottaggio, dove accederanno quei partiti che hanno superato il 12,5% dei consensi, a meno che nessun candidato abbia raggiunto la maggioranza assoluta al primo turno. In questo senso, una stima di Ipsos nella serata di ieri quantificava tra i 65 e gli 85 seggi assegnati nel round di ieri.

 

  

 

Guardando a domenica prossima, potrebbero esserci dai 285 ai 315 «triangolari» e da 150 a 170 duelli. Dunque, in vista di questo si sono già calibrate le prime uscite di ieri. Macron ha chiamato a un «grande blocco repubblicano» per fermare l’avanzata dei lepenisti. Invocazione che viene immediatamente raccolta sia dalla propria coalizione, Ensemble, sia dagli esponenti del Nuovo Fronte Popolare. Così, viene promosso lo schema del ritiro dei candidati che domenica prossima si presentano in terza posizione ai blocchi di partenza. La drammatizzazione dell’ultimo tratto di strada in vista dell’appuntamento decisivo pare essere una costante nel blocco rosso. Lo si coglie dalle parole di Rafael Glucksmann, leader di «Place publique», formazione che fa parte della galassia socialista: «Abbiamo sette giorni per evitare alla Francia una catastrofe».

 

 

 

Difficile, tuttavia, che tra macroniani e fronte popolare possa realizzarsi una sommatoria aritmetica dei voti conseguiti al primo turno. Nel Rassemblement si guarda già in prospettiva governo. Jordan Bardella, che potrebbe essere Primo Ministro (il più giovane nella storia della Francia a occupare quella posizione), parla di «verdetto senza appello», e promette: «Sarò il Primo Ministro di tutti». La leader del partito, Marine Le Pen, avverte: «Abbiamo bisogno della maggioranza assoluta». E ancora: «È l’inizio della fine di Macron». Rimane l’incognita del posizionamento dei gollisti (anche se appare molto difficile votino per il blocco di sinistra). Mentre il partito, in una nota, annuncia che non saranno date indicazioni per il secondo turno, il leader Eric Ciotti (che aveva dato l’appoggio al Rn dando il via a una battaglia legale all’interno del suo partito), guarda nella direzione di una vittoria di Bardella: «Possiamo risollevare questo Paese e ridargli un futuro degno del suo passato glorioso».