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Salis occupa la casa, il Pd non paga l'affitto: è il ballo del mattone

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Edoardo Sirignano
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Le case della discordia. Le occupazioni, ancora una volta, spaccano la coalizione progressista o meglio quel campo-largo, che quando si parla di occupare la villetta del vicino o di calpestare i sacrifici di chi ha investito sul mattone i sacrifici di una vita, giustamente non può trovarsi compatta. Esiste, a tutto, un limite, soprattutto se a essere penalizzate sono poveri risparmatori o servizi essenziali per i deboli.

LA GRANA SALIS La goccia che fa traboccare il vaso, stavolta, ha un nome e cognome: Ilaria Salis. La neoeletta eurodeputata non solo vanta nel curriculum due condanne per invasione di edifici pubblici, ma ha un addirittura un debito di 90mila con l’Aler, l’agenzia lombarda che si occupa degli alloggi popolari. La controversia riguarda un appartamento in via Borzi a Milano. Pur trattandosi di un accesso effettuato all’età di 23 anni, la nuova paladina di Avs non intende fare passi indietro rispetto alla mozione presentata dalla Regione Lombardia, per cui sarebbe possibile un recupero del credito, mediante un pignoramento sul suo nuovo stipendio da Paperone, proveniente da Bruxelles. Non poteva, d’altronde, pensarla diversamente chi è una colonna portante del centro sociale Brancaccio di Monza, passato alle cronache per una serie di esposti, legati appunto a occupazioni e furti di energia.

LE MOROSITÀ DI NICOLONE DI SEL Non fa meglio della sua pupilla chi l’ha voluta nelle liste del suo movimento, ovvero il segretario di Alleanza Verdi e Sinistra Nicola Fratoianni. Secondo quanto appurato da Open, al tempo in cui era coordinatore di Sinista e Libertà, la sezione romana del suo suo partito avrebbe accumulato con l’Inps un debito che va oltre i 70mila euro. Il motivo della discordia sempre un immobile invaso, guarda caso perla costituzione di un circolo territoriale. È pur vero, che come diceva il buon Machiavelli, il fine giustifica i mezzi, ma non se bisogna andare oltre quella sacrosanta legge, che in Italia prevede che non si può trascorrere l’esistenza in un immobile che appartiene ad un altro.

GLI ALLEATI DEMOCRATICI E I DEBITI CAPITOLINI Se Sparta piange, Atene non ride. Non fanno meglio di chi criticano, i sostenitori di Elly Schlein. Nella capitale, secondo un’inchiesta, realizzata su queste colonne da Martina Zanchi, risulta che il Partito Democratico non avrebbe ancora pagato gran parte dei canoni di locazione, relativi ai locali di proprietà della Regione Lazio. Il debito ammonterebbe a circa 740mila euro. Ragione per cui la stessa Federazione dem ha deciso che i circoli morosi saranno aiutati finché è possibile, poi si chiuderà. In pochi, però, ci credono. Il Pd capitolino, intanto, tra il 2021 e il 2024 avrebbe accumulato ben 262mila euro di morosità. Questa, d’altronde, è la somma alla base del nuovo accordo firmato con l’Ater. Riconosciuto il debito, i circoli romani si sono impegnati a pagare circa 5mila euro al mese per poco più di quattro anni (51 mesi), più le rate da 1700 euro nella negoziazione 2021. In tale accordo rientrerebbero storiche sezioni, come quella di via La Spezia (31 mila euro di morosità a dicembre 2023), di via Giannone, di Tor Marancia, nonché il famoso circolo di Piazza Verbania. Ragione per cui i compagni moralizzatori, quando si parla di mattone, non dovrebbero proferire parola. A essere penalizzati, infatti, stavolta non sono i soliti avversari politici delle destre, ma poveri cittadini, che si sono trovati occupate le stanze in cui sono cresciuti e per cui hanno investito i propri risparmi o enti indebitati, che devono tagliare gli stipendi dei loro dipendenti, per ottemperare alle mancanze di chi invece dovrebbe rappresentarli e tutelarli.

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