Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Anarchici, quello strano filo rosso che lega Ilaria Salis e Cospito

Rita Cavallaro
  • a
  • a
  • a

C’è un filo rosso che lega l’eletta di Fratoianni & Co con il mondo anarco-insurrezionalista che si ispira ad Alfredo Cospito e ruba le case ai poveri per farle occupare ai ricchi. Il viaggio nei «valori» di Ilaria Salis, eurodeputata di Avs che si trincera dietro l’immunità per garantirsi l'impunità in Ungheria, parte dal centro sociale Foa Boccaccio di Monza, la realtà che nel 2003 la maestra ha contribuito a creare insieme ad altri compagni uniti dall’antifascismo. All’epoca la Salis aveva 18 anni e si era già contraddistinta al liceo classico Zucchi per le autogestioni. Dall’occupazione della scuola a quella delle case il passo è stato breve, tanto che Salis ha collezionato due condanne per invasione di edifici pubblici e concorso esterno in resistenza a pubblico ufficiale, per gli scontri scoppiati nel 2014 con le forze dell’ordine intervenute per sgomberare un centro sociale a Milano. Inoltre ha un debito di 90mila euro con l’Aler meneghina, per aver occupato un alloggio popolare in via Borzi. Somma che l’attivista non intende pagare ed è già pronta a dare battaglia contro la «mozione Salis», votata in Regione Lombardia, per il recupero del credito, anche attraverso il pignoramento dello stipendio. «Stiamo parlando di un accesso effettuato quando avevo 23 anni», ha detto l’esponente di Avs nel suo primo giorno a Bruxelles, dopo aver ampiamente rivendicato la sua appartenenza alle fila dei movimenti per la lotta alla casa, una battaglia che ancora oggi è lo zoccolo duro del centro sociale di Ilaria.

 

 

I militanti del Foa Boccaccio di Monza, infatti, ingaggiano da anni un braccio di ferro con le Istituzioni. Sgomberati nel 2021 da un edificio privato occupato nell’area di via Rosmini, si erano asserragliati in un ex deposito dei bus a via Timavo, creando disagi e scatenando l’ira dei residenti. A seguito di una serie di esposti, la Procura di Monza aveva aperto un fascicolo per invasione di terreno e furto di energia, in cui erano stati indagati quattro militanti. I magistrati avevano inoltre chiesto il sequestro dello spazio occupato, ma i giudici monzesi hanno detto no, permettendo agli attivisti di perpetrare le loro azioni illegali. Liberi di occupare e liberi di dare vita a proteste e blitz violenti.

 

 

C’erano anche i compagni di Salis nel corteo che ha scatenato la guerriglia urbana nel centro di Milano l’11 febbraio 2023, per chiedere la liberazione del simbolo dell'anarcoinsurrezionalismo Alfredo Cospito, al 41-bis per la sua «estrema pericolosità». La stessa Salis è diventata un’eroina per il mondo anarchico dopo l’arresto per la presunta partecipazione ai pestaggi contro i fascisti d’Ungheria. Per «Ila» e gli altri arrestati, le frange dell’antagonismo riunite sotto il nome di Assemblea Solidarietà Antifa a Budapest di cui fa parte anche la Banda del martello, hanno dato vita, nel febbraio scorso, a manifestazioni e cortei a Milano e a Roma, per rivendicare l’operato dell’attivista, a prescindere dall’eventuale colpevolezza. Sono tra quei 176mila elettori che l’hanno sottratta al processo di Budapest e spedita a Bruxelles, in difesa dell’illegalità con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.

 

Dai blog