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Fanpage, la certezza di Fini su Meloni: “Estirperà quel virus. Casi isolati allucinanti”

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Il servizio di Fanpage su Gioventù nazionale è «una oscenità semplicemente allucinante». Si esprime così, intervistato dal Corriere della Sera, Gianfranco Fini, ex leader di Alleanza Nazionale. «Le modalità con cui è stato fatto il servizio sono nei limiti del consentito - spiega l’ex presidente della Camera -, ma occorre guardare al contenuto. Se non ci fossero i filmati, stenterei a credere che esponenti di Fratelli d’Italia abbiano comportamenti così folli. Incontro molti ragazzi e non hanno nulla a che spartire con quelli. E poi perché hanno Giorgia Meloni come modello che credo sia furibonda e farà di tutto per estirpare quel virus». 

 

 

Meloni, osserva Fini, «si è formata in anni in cui l’estremismo c’era, a destra come a sinistra, nella sezione del Colle Oppio, quella di Fabio Rampelli, spregiudicata e innovatrice, si definivano Gabbiani. E poi è stata anche la presidente dei giovani di An, ma mai, da presidente partito ho avuto sentore che ci fossero spinte di antisemitismo, nostalgia fasciste e peggio ancora rigurgiti nazistoidi. Quando c’è stata svolta di An, la condanna del passato e il rifiuto di ogni forma di razzismo è stata inequivocabile. Sono felice che dopo una esitazione iniziale si siano prese contromisure e in alcuni casi le espulsioni sono doverose. Ma bisogna arrivare a un’azione di tipo pedagogico, far capire che la destra è incompatibile con questi atteggiamenti che non vanno derubricati a goliardate. L’onorevole di FdI Zucconi ha detto che bisognerebbe portarli a Auschwitz. Giusto. Magari proiettare Schindler’s list, far leggere il diario di Anna Frank, meditare sulla testimonianza della senatrice Liliana Segre e chiedere loro di vergognarsi». 

 

 

In ogni caso, per Fini sono «pochissimi casi che fanno molto rumore. Inaccettabili. Quando fai politica, il privato non esiste. Tutti gli iscritti compresi più giovani hanno il dovere di dire pubblicamente quello che pensano su antisemitismo e dittature. Ciò che mi è più disgustato è stato lo scherno a Ester Mieli dopo averla applaudita. Né si può dire che in questi anni è mancata l’informazioni su cosa sia stato l’antisemitismo nazifascista. Vado orgoglioso di aver fatto parlare nell’aula della Camera il Nobel Elie Wiesel. L’antisemitismo che dilaga non è frutto di un’onda nera bensì dell’odio nei confronti di Israele alimentato nei circoli islamisti radicali e da chi un una certa sinistra giustamente chiede una patria per i palestinesi ma dimentica che - chiosa Fini - Israele ha il sacrosanto diritto di esistere e di difendersi dal terrorismo».

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