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Sanità, si vota la legge Schlein. Ma i banchi Pd sono vuoti

Antonio Adelai
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Il provvedimento sul Servizio sanitario nazionale, a prima firma della segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, è stato mandato definitivamente in archivio dalla stessa sinistra. È la denuncia che arriva dalla deputata di Fratelli d’Italia, e componente della commissione Affari sociali di Montecitorio, Marta Schifone, con tanto di dati. «La sinistra non sembra davvero conoscere la vergogna. Ma con che faccia accusa FdI di aver voluto affossare la proposta di legge Schlein sulla sanità, quando è la stessa sinistra, con numerosi deputati assenti, a non essere stata presente al momento del voto in Aula?», chiede la parlamentare che entra poi nel merito: «La matematica non è un’opinione: la maggioranza contava di 125 deputati, peccato, invece, che all’opposizione erano in 76. Se il Pd se la deve prendere con qualcuno guardi, dunque, in casa propria e ai suoi alleati». Riavvolgiamo il nastro a quanto accaduto due sere fa, nell’emiciclo della Camera, quando il testo, che si proponeva di agganciare nei prossimi anni il Fondo sanitario nazionale al 7,5% del Prodotto interno lordo, è giunto già con sulle spalle il fardello del parere negativo della commissione Bilancio, per un problema di coperture.

 

 

 

Da qui il gesto disperato dei dem che hanno provato a riaprire la partita, chiedendo il rinvio delle misure nella competente commissione Affari sociali. Di diverso avviso la maggioranza che ha, infatti, respinto la proposta del Pd, sollevando le dure proteste di Schlein in persona che, prendendo la parola in Aula, aveva lanciato un atto di accusa, rivolgendosi ai banchi del centrodestra: «State definitivamente gettando la maschera. Sono mesi che vi diciamo che state smantellando la sanità pubblica e con questo voto lo certificate», le frasi della leader del Pd. A seguire, non avendo la proposta di legge appunto delle coperture finanziarie adeguate, ecco la richiesta ancora della commissione Bilancio, in ossequio all’articolo 81 della Costituzione, quello in base al quale «lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio», di procedere, con successo, con la votazione da parte dell’Assemblea degli emendamenti soppressivi degli articoli del provvedimento.

 

 

 

«Sarebbe questa- continua sempre Schifone - la preparazione e la qualità della classe dirigente della sinistra, che non è in grado neanche di indicare coperture sicure e valide ad una sua proposta di legge?». Ad intervenire è anche il deputato di Forza Italia, e presidente della commissione Affari sociali della Camera, Ugo Cappellacci. «Ancora una volta, il tema della sanità viene utilizzato come strumento per creare divisioni nel Paese - rileva il parlamentare -. La proposta di legge presentava coperture economiche alquanto incerte, se non irrealistiche. Per questi motivi, la commissione Bilancio ha respinto il provvedimento. La proposta ha seguito un iter completo e regolare presso la commissione Affari sociali, che sin da subito aveva espresso perplessità riguardo alle coperture finanziarie. Il Partito democratico non è riuscito a risolvere queste criticità». E pensare che se gli esponenti delle minoranze fossero stati tutti presenti, in Aula, avrebbero comunque potuto dare battaglia, magari riuscendo a far approvare la richiesta di rinvio in commissione della proposta di legge.

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