Fanpage, Meloni è netta con "antisemiti e nostalgici". Poi tuona: "Metodo da regime"
Pugno duro di Giorgia Meloni. Il premier, al termine del Consiglio europeo a Bruxelles, ha rotto il silenzio sull'inchiesta condotta da Fanpage e sulle uscite deplorevoli di alcuni ragazzi di Gioventù Nazionale. Disapprovazione: è questo ciò che più emerge dall'intervento della leader di FdI, che da una parte ha condannato i giovani colpevoli e dall'altra ha messo nel mirino i giornalisti che si sono occupati del caso e che, per farlo, si sono infiltrati all'interno dell'ala giovanile della sua forza politica. "Ho già chiesto al partito di prendere provvedimenti, ovviamente non potevo essere a conoscenza. Come ho detto tante volte e ribadisco, penso che chi ha sentimenti razzisti, antisemiti o nostalgici abbia sbagliato la propria casa. Questi sentimenti sono incompatibili con FdI, con la destra italiana e con la linea politica che noi abbiamo chiaramente definito in questi anni. Su questo non accetto che ci siano ambiguità. Voglio essere chiara ancora una volta, anche perché penso che queste persone, che non hanno capito evidentemente dove si trovano, siano i migliori alleati e le migliori alleate di chi ci vuole male. Io penso che su questo bisogna essere molto determinati", ha scandito.
Ue, sì all'Ursulina bis. La linea di Meloni: "All'Italia quello che le spetta"
Arrivare a chiedere lo scioglimento di un’intera organizzazione giovanile, sulla base di fatti che riguardano alcune persone, però, è una proposta senza motivi validi. "Io penso che, se lo stesso atteggiamento e la stessa inchiesta giornalistica si facesse in tutte le organizzazioni giovanili dei partiti politici, noi non sappiamo cosa potrebbe uscire. Non lo sapremo perché, nella storia della Repubblica italiana, non è mai accaduto quello che Fanpage ha fatto con Fratelli d’Italia, con nessun partito politico, con nessuna organizzazione giovanile, con nessuna organizzazione sindacale. Non si è mai ritenuto - ha aggiunto - d’infiltrarsi in una organizzazione politica, riprenderne segretamente le riunioni, riprendere anche i fatti personali di minorenni, selezionare che cosa mandare non è mai accaduto. Io prendo atto che questa è una nuova frontiera dello scontro politico, anche per come, chiaramente, la politica ha utilizzato l’inchiesta".
"Prendo atto che da oggi, nello scontro politico, è possibile infiltrarsi nei partiti politici e nelle organizzazioni sindacali, riprenderne segretamente le riunioni e pubblicarle discrezionalmente. Perché i partiti politici mi stanno dicendo che si può fare: ne prendo atto, è uno strumento politico che quindi si può utilizare a 360 gradi", ha continuato il premier. Per Meloni, quindi, "non ci sono ambiguità da parte mia su questo, però torno sul tema, perché in 75 anni di storia repubblicana nessuno ha ritenuto di infiltrarsi in un partito politico e di riprenderne segretamente le riunioni. È consentito? Lo chiedo ai partiti politici, lo chiedo al presidente della Repubblica: è consentito da oggi? Perfetto, perché sappiamo che da oggi è consentito infiltrarsi nei partiti politici, riprenderne segretamente le riunioni. Lo sa perché glielo dico? Perché in altri tempi questi sono i metodi che usavano i regimi", ha concluso.