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Ester Mieli, insulti e bufera in FdI. Donzelli e La Russa: "Fuori dal partito"

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Alessio Buzzelli
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Condanna, disapprovazione e, molto probabilmente, delusione. Ma anche la chiara consapevolezza che quanto visto ed ascoltato non rappresenti affatto la realtà né i veri valori del suo partito. Non poteva essere diversa da questa la reazione che la senatrice di Fratelli d'Italia Ester Mieli ha esternato dopo aver visionato la seconda parte dell'inchiesta su Gioventù Nazionale, nella quale la vicepresidente della Commissione Segre sull’odio antisemita viene presa di mira da parte di alcuni militanti con frasi di pesante dileggio. Immagini e parole nelle quali Mieli, ovviamente, non può riconoscersi in alcun modo – sia per la sua storia politica, sia per le vicende che hanno toccato da vicino la sua famiglia – e nelle quali non può riconoscersi nemmeno il partito di cui lei fa orgogliosamente parte: «non mi riconosco in quelle immagini, in quei comportamenti e in quelle parole che sono state mostrate – ha dichiarato ieri la senatrice. Non ritrovo la realtà che conosco di Fratelli d’Italia e Gioventù nazionale. È evidente che la presenza di elementi nostalgici piegati a un passato riprovevole e criminale non mi appartengono. I comportamenti là tenuti sono per me motivo di condanna e disapprovazione».

 

 

 

Nella giornata di ieri moltissimi esponenti di Fdi, oltre a condannare fermamente quanto emerso dalla videoinchiesta, si sono stretti attorno a Mieli, esprimendole solidarietà per quanto accaduto, a partire dal Presidente del Senato Ignazio La Russa e dal Ministro Guido Crosetto, fino al deputato Paolo Trancassini, finito anche lui nei filmati dell'inchiesta: «Voglio ribadire la mia vicinanza alla senatrice Mieli e a tutta la comunità ebraica – ha detto Trancassini: i comportamenti razzisti e antisemiti che sono venuti fuori sono da condannare senza se e senza ma. Detto questo, il fatto che anche io sia finito dentro quei video, attraverso alcune immagini montate ad arte al solo scopo di infangare la mia persona, la dice lunga sulle modalità con le quali vengono condotte queste inchieste». «La mia storia politica e personale – ha aggiunto il deputato – parla per me: io non sono mai stato fascista, non lo è il partito in cui milito e non lo è nemmeno Gioventù Nazionale, che è fatta da migliaia di giovani di spessore, prospettiva e dall'elevato senso della democrazia. Quello che è accaduto, però, resta inaccettabile, e sono certo che in merito saranno adottati tutti i provvedimenti del caso».

 

 

 

A ulteriore dimostrazione del fatto che, come affermato ieri dal capogruppo alla Camera di FdI Tommaso Foti, «in Fdi, chi sbaglia paga» e che il partito non intende erigere barricate sul tema, nella serata di ieri sono arrivate le prime dimissioni di due esponenti di Gioventù Nazionale apparsi nella videoinchiesta: si tratta di Flaminia Pace, che ha lasciato il Consiglio Nazionale dei giovani, e di Elisa Segnini, dimessasi da capo segreteria di Ylenja Lucaselli, capogruppo del partito in commissione Bilancio alla Camera. Le dimissioni sono arrivate poco dopo la netta presa di posizione di Giovanni Donzelli che ha ribadito che «FdI interverrà con grande fermezza nei confronti dei responsabili» che hanno pronunciato «frasi inaccettabili» e utilizzato un linguaggio «incompatibile con i valori di riferimento del nostro movimento politico». «Sull'antisemitismo noi siamo inamovibili, è un limite che non va superato – ha concluso Donzelli: chi sbaglia viene cacciato da Fratelli d'Italia».

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