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Ilaria Salis, l'Ungheria dà ancora battaglia: il tribunale vuole la revoca dell'immunità

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Il Tribunale regionale di Budapest-Capitale avrebbe contattato la presidenza del Parlamento Europeo, per richiedere la revoca dell’immunità parlamentare di Ilaria Salis, eletta nelle liste di Avs. A riportarlo è Index.hu, un sito ungherese, senza citare fonti. La notizia, allo stato, non viene confermata da fonti parlamentari a Bruxelles

 

 

E proprio oggi Salis ha rilasciato un’intervista a Repubblica: «Vero, mio padre è un liberale ma non abbiamo mai litigato per questo. L’antifascismo è il nostro comune denominatore». Alla domanda se la spaventi il peso del nuovo ruolo, ha replicato così: «Mi spaventava di più essere in un carcere ungherese». Quasi 176 mila preferenze, Salis se l’è spiegate in questa maniera: «In molti per la questione della mia carcerazione e per sostenere i diritti dei detenuti. Altri per la voglia di portare sulla scena politica qualcosa che provenisse dal basso, perciò manterrò i legami coi movimenti. Porterò tutte quelle esperienze con me a Bruxelles. Attraverso proposte di legge, mozioni e gli altri strumenti degli europarlamentari. Mi batterò per la difesa dei detenuti, del lavoro precario, dei migranti per i quali ci dobbiamo assumere la responsabilità storica dei morti in mare, e del diritto alla casa». 

 

 

La neo eurodeputata di Alleanza Verdi Sinistra ha risposto anche sulla questione del debito con l’Aler: «La famosa casa dello scandalo... la polizia mi ha trovato lì nel 2008, quando avevo 24 anni. Oggi ne ho 40. Da allora non sono più andati a fare verifiche per vedere chi ci abitasse, però l’Aler mi contesta lo stesso un debito di 90 mila euro. I movimenti per la casa non tolgono niente a nessuno, cercano di risolvere con altre modalità un problema che le istituzioni non risolvono».

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