Ilaria Salis e il papà Roberto smascherati. Bufera sull'onorevole abusiva
Il potere logora chi non ce l’ha, era solito ripetere Giulio Andreotti. Un gigante, sia ben chiaro, rispetto a Ilaria Salis. Che, in un lungo post, ha provato ad usare (a modo suo) una delle massime simbolo dell’ex Presidente del Consiglio. Il neo europarlamentare, convinto dal duo delle meraviglie, Nicola Fratoianni Angelo Bonelli, di essere (davvero) la nuova icona della sinistra italiana, ci sta irradiando quotidianamente di massime dal profondo ed imperdibile significato. Politico ed umano. Nel suo nuovo post, un sermone noioso e patetico, la Salis è tornata sul tema che le sta dando visibilità. La nuova stella di Avs ha risposto (indirettamente) alle richieste di Aler Milano, l’ente delle case popolari che le chiede 90 mila euro di arretrati e indennità per aver occupato abusivamente un appartamento. La difesa delle sue azioni è tanto sprezzante quanto lontano da realtà e buon senso. La prof è persino arrivata a sostenere che «chi entra in una casa disabitata prende senza togliere a nessuno, se non al degrado, al racket e ai palazzinari». Su Instagram la Salis cita alcuni numeri, relativi alle case popolari sfitte di Milano per sostenere che «quando viene occupata una casa non assegnata, l’accusa di sottrarre il posto a una persona in lista di attesa semplicemente non regge». Il peggio però deve ancora arrivare. «Vivere in una casa occupata non è una svolta, non è qualcosa da furbetti. È logorante. Ti fa vivere quotidianamente nella paura che ti vengano a svegliare e ti buttino fuori».
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Insomma, per l’eurodeputato i movimenti di lotta per la casa sono «un baluardo di resistenza contro la barbarie della nostra società». Ma non basta. «Incolpare gli occupanti per il dissesto dell’edilizia popolare pubblica sottolinea o la malafede di chi ben conosce il vuoto pneumatico delle politiche sull’abitare, l’incompetenza degli enti gestori e la speculazione sul mattone, o l’ignoranza abissale di chi non ha mai messo i piedi fuori dalla circonvallazione. Delle due, francamente non so quale sia peggio». L’esponente politico che dovrebbe fare dimenticare le difficoltà di Aboubakar Soumahoro ha le idee un po’ confuse su obblighi, rispetto della legge e logoramento. Fisico e mentale. Come quello che vive, ad esempio, un numero altissimo di operai italiani. Quel proletariato, anni fa elettorato di riferimento della sinistra, che oggi vota con convinzione per i moderati. Persone che sognano ardentemente di ottenere una casa popolare, dall’affitto calmierato. E aspettano, speranzosi, il proprio turno. Oppure chi, tra mille dubbi e tante difficoltà, riesce ad ottenere un mutuo per comprare un appartamento. Un logoramento quotidiano, dovuto al cambiamento dei tassi e, di conseguenza, della rata mensile da pagare.
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Eppure queste persone non occupano, non rubano, non prendono ciò che non è loro. Tra mille dubbi, un’unica grande certezza: quella della Salis non è un’affermazione «uscita male», di quelle dette in televisione, durante un talk show, mentre si discute animatamente con un avversario politico. No. Per l’insegnante monzese occupare case, prendere a chi è più ricco (ai «palazzinari») o a chi quell’immobile non lo usa nell'immediato, è una pratica normale. Giusta, da un certo punto di vista. Un ritorno agli anni Settanta del quale, francamente, l’Italia davvero non sentiva il bisogno. E nel 2022 il padre, Roberto Salis, diceva a Ivan Scalfarotto: «Quando vedere una proprietà privata dovete invaderla».
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