autonomia differenziata

Meloni smonta il castello della sinistra: "Mi vogliono massacrata e a testa in giù"

Con un video di quasi quindici minuti, Giorgia Meloni ha smontato, punto per punto, il castello di accuse e di attacchi costruito dalle opposizioni sulla riforma dell'Autonomia differenziata. Un filmato in cui la premier ha voluto rispondere per le rime alle opposizioni che, ha ricordato, "mi vorrebbero massacrata e testa in giù". "Va avanti a passo spedito il lavoro del governo per riformare questa nazione, nonostante l’opposizione feroce di chi, dicendo ogni giorno che in Italia molte cose non vanno bene, ci propone come unico programma quello di lasciare tutto com’è", ha detto. Dopo venti secondi sul titolo che non lascia dubbi, "Autonomia differenziata, facciamo chiarezza", l’incipit ricorda quello del lancio di un servizio giornalistico a un tg. Niente scrivanie in legno o ambientazioni istituzionali per un videomessaggio su Facebook che ha per unico ornamento la bandiera tricolore alle spalle della leader di Fratelli d'Italia.

 

  

 

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"Noi abbiamo preso degli impegni con gli italiani che ci chiedevano un cambiamento e intendiamo rispettare quegli impegni. Non a caso, in meno di venti mesi abbiamo già avviato diverse importanti riforme: quella del Fisco, attesa da 50 anni, quella della giustizia, di cui si parlava da circa 30 anni. Abbiamo fatto quella del Codice degli appalti e, soprattutto, il premierato che ha completato la sua prima lettura al Senato e che, se gli italiani lo vorranno, permetterà finalmente ai cittadini di scegliere direttamente il capo del governo, mettendo fine a 70 anni di instabilità, governi balneari, tecnici, arcobaleno, promesse tradite e trasformismi", ha spiegato Meloni. "Contro tutte queste riforme, la sinistra, di ogni colore, è scatenatissima. Ci accusano di ogni possibile nefandezza. Sul premierato ci accusano di deriva autoritaria poi si scopre che lo proponeva anche il Pds di Achille Occhetto circa 30 anni fa", ha ricordato. "Ma la cosa più ridicola è l’opposizione scomposta a un’altra riforma appena approvata, definitiva in questo caso, che è la legge quadro sull’Autonomia differenziata", e qui la presidente del Consiglio è entrata nel vivo del messaggio. 

 

 

La premier ha voluto chiarire che "l’idea di attribuire maggiore autonomia alle Regioni che ne facciano richiesta non è un’invenzione del centrodestra nè della sottoscritta, è invece, udite udite, un principio inserito nella nostra Costituzone con la riforma del Titolo V, varata nel 2001, approvata tra l’altro a colpi di maggioranza, sotto il governo di Giuliano Amato, governo della sinistra, e poi confermata dagli italiani con il referendum". "E tanto per dire quanto ci tenessero - ha aggiunto - quello è stato l’approdo di un percorso iniziato nel 1997 dal governo Prodi e proseguito con i governi di Massimo D’Alema. Quindi, se non stati nè questo governo nè questa maggioranza a modificare la Costituzione introducendo l’Autonomia differenziata, perché già era in Costituzione grazie alla sinistra, cosa abbiamo fatto noi? Abbiamo individuato - risponde la stessa Meloni - una cornice di regole per dare attuazione al principio".