Giustizia, Nordio bastona l'Anm: “Perché sono preoccupati per la riforma”
«Sono un po’ stanco di questo processo alle intenzioni. Il testo è chiarissimo e questa litania petulante di dire che in realtà sottintende un intento di sottoporre il pubblico ministero al potere esecutivo non ha nessun fondamento razionale. È un puro ritornello petulante sul quale mi vorrei confrontare con il testo davanti». Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, difende la riforma sulla separazione delle carriere. «In tutti i Paesi anglosassoni» e in altri Stati europei «le carriere sono separate e non per questo la magistratura si sente umiliata», osserva il Guardasigilli. Che, ospite del Taormina Book Festival, si toglie qualche sassolino dalla scarpa anche a proposito dello ’sdoppiamento’ del Csm, con l’istituzione dell’Alta Corte e il sistema del sorteggio: «La vera riforma in realtà sta lì ed è quello che in effetti preoccupa alcuni membri dell’Anm. Parliamoci chiaro: tutti sanno che il Consiglio superiore della magistratura sta alle correnti dei magistrati come il Parlamento sta ai partiti e queste correnti sono determinanti nella elezione della gran parte dei membri del Csm». Nordio parla di un «dialogo» con l’Associazione nazionale magistrati «già iniziato», ma nello stesso tempo chiarisce: «Quello che non accetto è che si dica o che si sospetti una sorta di intenzione punitiva della magistratura».
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Pronta da questo punto di vista la levata di scudi dell’Anm. «Se saranno necessarie altre forme di mobilitazione per rafforzare la comunicazione delle ragioni di contrarietà alla riforma Nordio, le faremo», annuncia il presidente Giuseppe Santalucia. «La riforma Nordio - prosegue il numero dell’Anm - indebolisce le guarentigie e le condizioni di indipendenza e autonomia dell’ordine giudiziario nel suo complesso. Non vediamo la necessità di toccare la Costituzione: vogliamo avere una magistratura assolutamente indipendente e autonoma».
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Se la riforma dell’abolizione del reato di abuso d’ufficio «è in dirittura d’arrivo» e «ora arriva l’approvazione definitiva», assicura Nordio, per quella sulla separazione delle carriere licenziata dal Consiglio dei ministri a fine maggio l’iter è ancora agli albori. Trattandosi di una legge di revisione costituzionale, saranno necessari quattro passaggi parlamentari. Non una passeggiata. «Molti - ragiona Nordio - potrebbero essere favorevoli alla separazione delle carriere, ma per ragioni di partito potrebbero votare contro. Questo potrebbe anche non farci raggiungere il quorum per evitare il referendum. Posso dire però che, tutto sommato, sarei lieto se si andasse al referendum, perché finalmente vedremmo da che parte sta il popolo italiano». E su eventuali modifiche alla riforma chiarisce: «Siamo aperti al dialogo. Le modifiche possono intervenire in senso migliorativo, ma sempre nell’ambito del parametro che ci è stato affidato dagli elettori. Gli elettori ci hanno affidato il compito di riformare il Consiglio superiore della magistratura, di separare le carriere ed è quello che noi facciamo».