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Autonomia, è legge. La Lega esulta: "Giorno storico, una vittoria"
Quattordici ore dopo il primo via libera al Premierato, arriva il sì anche all'Autonomia, che diventa legge. In una seduta fiume, durata tutta la notte, il provvedimento viene liquidato tra le proteste dell'opposizione e una guerra di bandiere: il tricolore, sventolato dai banchi del centrosinistra, mentre dai quelli della Lega svetta il vessillo della 'Serenissima'. Esulta la Lega, con Matteo Salvini: "Una vittoria di tutti gli italiani". E il governatore veneto Luca Zaia, grande sostenitore della riforma-cavallo di battaglia del Carroccio, scende a Roma e incassa il risultato: "È l'alba di un giorno storico". Anche la premier Giorgia Meloni rivendica: "Più autonomia, più coesione, più sussidiarietà", scrive sui social, "un passo avanti per costruire un'Italia più forte e più giusta". È stata una lunga notte quella della Camera, iniziata con una capigruppo in cui i partiti non trovano l'accordo, il calendario viene messo ai voti e l'aula delibera la seduta fiume. Si va avanti a oltranza, fino all'approvazione arrivata poco prima delle 8: sono 172 i voti favorevoli e 99 i contrari. "Mi tremano le gambe", confessa il ministro Calderoli, che dedica l'ok al nonno Guido: "Nel mio cuore scorre un sangue autonomista fin da prima che io nascessi, è bello pensare di aver coronato anche il suo sogno".
"Ci hanno tenuto tutta la notte in Parlamento pur di approvare l'Autonomia differenziata e brandire lo scalpo del Sud prima dei ballottaggi - attacca la segretaria del Pd Elly Schlein -. E così Fratelli d'Italia si piega all'antico sogno secessionista della Lega". Quindi aggiunge: "Meloni ha piegato la testa davanti ai ricatti della Lega che ha minacciato di far cadere il governo sullo Spacca Italia. E meno male che diceva di non essere ricattabile". "Spaccano Italia col favore delle tenebre", scrive sui social il presidente M5s Giuseppe Conte a voto appena concluso, ribadendo che "continueremo a contrastarli in tutti i modi: in Parlamento e nelle piazze". Subito le opposizioni, da Pd a Italia Viva annunciano la raccolta firme per il referendum. "C'è un paese al quale ci rivolgeremo per raccogliere le firme per un referendum che boccerà l'autonomia differenziata e poi anche il premierato", interviene in aula il capogruppo al Senato Francesco Boccia. "Chiederò a chi mi ha votato di firmare referendum abrogativo", si unisce al fronte delle opposizioni il leader di Iv Matteo Renzi. Zaia convoca a Roma una conferenza stampa per spiegare le ragioni dell'autonomia: "Ci sono grandi opportunità da Nord a Sud, opportunità maggiori per le Regioni che vivono le diseguaglianze". "Il Paese a due velocità - risponde alle critiche - è figlio del centralismo non certo dell'Autonomia" e "trovo strano chi attacca la medicina e non la malattia". "Con l'autonomia - dice il governatore Attilio Fontana - la Lombardia sarà libera di correre ancora più velocemente".
Resta da sciogliere il nodo dei Lep e le relative coperture. Anche la maggioranza chiede garanzie al riguardo. Forza Italia l'ha messo per iscritto in quatto odg che vengono approvati. E il capogruppo FdI Tommaso Foti ammette: l'Autonomia "di un territorio non vada a penalizzarne un altro, che invece non l'ha richiesta". Nel centrodestra si apre un caso Forza Italia, che da una parte rivendica di aver contribuito a cambiare il provvedimento, dall'altra registra una diaspora interna: solo la metà del gruppo ha partecipato al voto e ha votato sì, 22 deputati su 45 non hanno partecipato o risultano in missione. I parlamentari calabresi escono alla scoperto rivendicato "la libertà di coscienza", e il governatore della Calabria, uno dei vicesegretari del partito, condanna apertamente "il metodo usato per votare a tappe forzate il provvedimento". "Questa norma - aggiunge - andava maggiormente approfondita e la discussione doveva svolgersi in modo sereno: avremmo così avuto l'opportunità di spiegarla meglio nelle Regioni meridionali" e "temo che il centrodestra nazionale abbia commesso un errore, del quale presto si renderà conto".