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Ue, fumata nera sull'accordo per la leadership. Ora von der Leyen trema

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I leader dell’Ue sono rimasti a bocca asciutta. Nonostante il menù mediterraneo della cena. Verso mezzanotte è arrivata la decisione: si chiude senza un accordo sulle nomine ai vertici delle tre Istituzioni ma i nomi sul tavolo restano quelli. L’incontro si era aperto con la strada spianata per Ursula von der Leyen (Ppe) alla presidenza della Commissione; Antonio Costa (Pse) al Consiglio europeo; Kaja Kallas (liberali) come Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera. Dopo sei ore di incontri, bilaterali, confessionari e cena, la conclusione è un rinvio. “Non c’è ancora un accordo a questo punto ma sono stati fatti passi nella giusta direzione. L’obiettivo dell’incontro non era decidere. Per quello abbiamo il Consiglio formale della prossima settimana e il nostro compito è decidere entro giugno”, ha smorzato i toni il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. 

 

 

I ventisette però non hanno mancato di scambiarsi accuse. In particolare il Ppe è stato criticato per aver tentato di ottenere troppo, spinto dall’esito del voto del 9 giugno. Non solo la presidenza della Commissione e la presidenza del Parlamento europeo (per cinque anni) ma anche la presidenza del Consiglio europeo (dopo i primi due anni e mezzo). Condizioni inaccettabili per gli altri. Dall’altra parte, i partiti di destra criticano la logica di pacchetto. Il premier ungherese, Viktor Orban, ha affermato che “è stata ignorata la volontà del popolo con il solito accordo tra popolari, socialisti e liberali”. E ancora i dubbi: sull’ex premier portoghese, in merito alle inchieste che lo hanno toccato in patria e lo hanno portato alle dimissioni ma anche sulla sua fermezza nel sostegno a all’Ucraina nei confronti della Russia. Sulla premier estone è il rischio che da Alto rappresentante guarda troppo e solo a Est, trascurando il Sud dell’Europa vitale per i Paesi del Mediterraneo. Alcuni leader hanno chiesto di poter concordare i programmi insieme ai nomi. 

 

 

In ogni caso resta l’obiettivo di raggiungere un accordo entro giugno per poter votare la presidenza della Commissione nella prima plenaria di questa legislatura, quella del 16-19 luglio. secondo diversi diplomatici i nomi sono stati definiti ma restano i dettagli sui bilanciamenti tra popolari e socialisti. “L’accordo è vicino”, ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, al termine della cena. Il premier olandese, Mark Rutte, ha confermato che “i nomi usciti questa sera sono gli stessi che erano sul tavolo”. I lavoro diplomatico andrà avanti per arrivare, possibilmente, con una conclusione al vertice formale del 27-28 giugno.

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