Politica, il poker delle donne. Dopo le Europee ecco le regine italiane
E se a dare le carte della politica fosse un poker di donne? Una coppia c’è già ed è affermata, rinforzata ancora di più dal voto europeo. Ovviamente, parliamo di Giorgia Meloni ed Elly Schlein. La presidente del Consiglio e la segretaria del Partito democratico, con gli elettori che il 9 giugno scorso hanno chiaramente indicato la strada verso un sistema sempre più bipolare. Ma anche un sistema con due forze politiche principali (FdI e Pd) necessita di altri attori che "pesano". Ed è allora che la coppia rischia di diventare una doppia coppia: con altre due donne che sognano da leader. Attenzione: siamo ancora a livello embrionale, nulla è stato ancora deciso. Ma chi bazzica i corridoi della politica sente ripetere con insistenza due nomi: quelli di Chiara Appendino e di Maria Elena Boschi.
“Non ha connessione con la dinamica di classe”. Bertinotti distrugge Schlein e i suoi balletti
Partiamo dalla prima. L’ex sindaca di Torino, deputata e vicepresidente del Movimento 5 Stelle, viene vista come la persona in grado di comporre la frattura tra le due anime del grillismo: quella che vorrebbe tornare alle origini (come dichiara apertamente l’altra storica ex prima cittadina Virginia Raggi) e quella che si mantiene fedele a Giuseppe Conte nonostante il deludente 10% preso alle elezioni europee. È di ieri pomeriggio la notizia che Appendino dovrà affrontare nuovamente un secondo grado di giudizio in merito alla vicenda che la vede imputata per i fatti di piazza San Carlo di Torino dove morirono tre persone travolte dalla calca il 3 giugno 2017. Era stata condannata a 18 mesi per non aver garantito la sicurezza nella piazza. La Cassazione, infatti, ha annullato questa sentenza e ha rinviato di nuovo in appello per ridefinire la pena in senso più lieve, anche se i supremi giudici hanno dichiarato irrevocabile la responsabilità penale. Resta comunque lei la figura principale a cui guardano i grillini che chiedono un segnale di cambiamento. Ma proprio la Raggi potrebbe avvantaggiarsi di questa vicenda giudiziaria, forte anche del buon legame che ancora la lega a Beppe Grillo e a quel mondo pentastellato che vorrebbe chiudere per sempre qualsiasi ipotesi di campo largo con il Pd e compagni.
La Cassazione gela Appendino sulla condanna. Mazzata sulla grillina: nuovo processo
L’altra donna in ascesa è la Boschi. Matteo Renzi, nei giorni scorsi, ha ipotizzato la rinascita del Terzo Polo, crollato a causa delle picconate reciproche tra renziani e calendiani. Il leader di Italia Viva ha indicato la necessità di un «terzo nome» attorno a cui convergere. Una necessità, oltre che un auspicio, dal momento che quel pacchetto del 7% di voti non può restare senza rappresentanza. Le Europee lo hanno dimostrato: divisi si perde, uniti si vince. Tanto che nella galassia centrista si fa questo ragionamento: «E se la soluzione fossero le primarie?». Primarie solo di centro, ovviamente, per non venire risucchiati dal Partito democratico pronto a lanciare un’Opa ostile. Ed ecco allora che spunta la figura di Maria Elena Boschi. Renziana sì, ma capace di guardare anche oltre. La deputata di Italia Viva sa bene che sul suo cammino troverebbe forti resistenze. Ma sa anche che il suo potrebbe essere un profilo gradito ad una buona fetta di centristi. I guai del passato sono ormai alle spalle, lei che ha dovuto subire la gogna mediatica piovuta sulle spalle del padre poi assolto pienamente due anni fa dalle accuse giudiziarie.
Il poker Meloni-Schlein-Appendino-Boschi può divenire così qualcosa di più concreto di una semplice suggestione. E l’inizio di un nuovo schema che vada oltre la contrapposizione tra Giorgia ed Elly che ha preso ancora più piede nella sfida delle urne di una settimana fa. Giorgia che balla la pizzica a Borgo Egnazia dopo il G7, Elly che canta sul carro del Roma Pride sulle note di Annalisa. Giorgia che accusa Elly di essere poco femminista perché non l’ha difesa dagli insulti di Vincenzo De Luca. Elly che attacca Giorgia perché non difende «il corpo delle donne» togliendo il riferimento all’aborto nella dichiarazione finale del G7. Entrambe consapevoli che lo scontro continuo in realtà le rafforza. A meno che altre due donne nei prossimi mesi si inseriscano nella partita.
Grillo fa il funerale a Conte: “Fa tenerezza. Ha preso meno voti di Berlusconi morto”