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Piazzetta rossa (su invito). Ci sono Pd, M5S, Avs e +Europa. Forfait di Renzi e Calenda

Mira Brunello
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«Il cobra non è un serpente, ma un pensiero frequente», ovvero Elly Schlein, in versione Donatella Rettore, prova ad ammaliare Piazza Santi Apostoli. Dopo l’exploit al Gay Pride, con Marta Bonafoni ed Alessandro Zan come sparring partner, la segretaria del Pd ritorna subito in piazza. Stavolta non sui carri con Annalisa, ma sul palco di una manifestazione convocata contro le riforme del governo Meloni, premierato ed autonomia differenziata. In tempo reale rispetto ai lavori parlamentari: il Senato oggi dovrebbe dare il via libera al premierato, mentre la Camera riprende le sedute sull’autonomia differenziata dopo i disordini in aula della settimana scorsa e la sospensione di alcuni deputati. Un nuovo test del campo largo quindi dopo la pausa elettorale. Oddio, campo quasi largo, perché ci sarà il M5S ammaccato e alle prese con le voci su un ritorno in campo di Grillo, gli amici Fratoianni e Bonelli, inebriati dal successo delle loro liste, Più Europa, definitivamente smarcata dal matrimonio con Stati Uniti d’Europa e nessun cenno da Matteo Renzi e da Carlo Calenda.

 

 

Per i due leader del Centro, parlano i capigruppo. Enrico Borghi di Italia Viva: «Qualcuno prima ha deciso di fare questa manifestazione, di farla con contenuti, profilo e piattaforma suoi e poi di estendere l’invito ad altri, bontà sua». Come dire, avete fatto tutto da soli, affari vostri. Stessa musica per Matteo Richetti di Azione: «Non andremo alla manifestazione con le altre opposizioni. L’opposizione all'autonomia e al premierato la facciamo nelle aule del Parlamento». E dire che stavolta Elly aveva pensato ad un luogo del cuore per l’adunata contro la maggioranza: Piazza Santi Apostoli, a pochi passi dalla sede storica dell’Ulivo, la casa di Romano Prodi ed Arturo Parisi nella Capitale, la piazza dei successi e degli insuccessi durante la stagione di Silvio Berlusconi. Al Nazareno avevano pensato alle cose in grande, pensavano stavolta di riuscire a convincere tutte le opposizioni con la crudezza dei numeri, le defezioni di Calenda e Renzi bruciano particolarmente. E riportano le lancette a prima delle Europee, oggi in pratica si conteranno i soliti litigiosi compagni delle avventure e disavventure regionali (Sardegna ma anche Abruzzo e Piemonte), nessuna nuova adesione.

 

 

E poi chissà la scelta di Piazza Santi Apostoli potrebbe non essere il massimo. Infatti fu proprio la coalizione dell’Ulivo (con la nota tesi uno) e poi l’articolato del senatore Cesare Salvi alla Bicamerale presieduta da Massimo D’Alema per l’intero centrosinistra, a porre le basi per il premierato. Un’ammissione di responsabilità rivendicata a maggio dallo stesso Salvi in un’intervista al quotidiano Il Foglio: «Il premierato lo proponemmo noi, l’elezione diretta non è un pericolo per la democrazia». Ed ancora: «Elly Schlein si gioca la partita sul referendum. Sulla messa in discussione della Repubblica attraverso il premierato, su una deriva per la nostra democrazia, però, ecco, su questo non sono d’accordo». E dire che, dalle parti della segreteria dem, Marco Furfaro non rinuncia alla retorica: «Un Paese che scende in piazza, dimostreremo che c'è un'Italia che si ribella a un Governo reazionario e conservatore». Con vistose assenze.

 

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