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Liguria, i pm “ingabbiano” Toti: idea giudizio immediato e domiciliari prolungati

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Uno scenario inquietante per il futuro di Giovanni Toti. A raccontare le mosse dei pm che si occupano del caso del governatore della Liguria, finito agli arresti domiciliari lo scorso 7 maggio per corruzione, falso e voto di scambio, è il Corriere della Sera: “I pm ne hanno parlato, si sono confrontati tra loro ed ora, a oltre quaranta giorni dall’arresto di Toti, più che un semplice esercizio di scuola, l’ipotesi di chiedere il giudizio immediato è sul tavolo della Procura di Genova. Se la richiesta dovesse concretizzarsi, il Governatore rischierebbe di restare ai domiciliari ancora molti mesi. Si chiama giudizio immediato ‘custodiale’ ed è l’incubo peggiore degli avvocati, perché il processo si svolge saltando l’udienza preliminare con gli imputati che restano in custodia cautelare, in un carcere o in casa”. 

 

 

Ma cosa c’è dietro questo modus operandi dei magistrati? Secondo il quotidiano “si direbbe che le toghe guidati da Nicola Piacente siano già convinte di avere in mano prove evidenti, dato che le indagini sembrano praticamente concluse e non si vedono altri filoni all’orizzonte”. Intanto si aspetta la decisione del Tribunale del riesame sul ricorso che l’avvocato Stefano Savi, legale di Toti, ha fatto sapere di essere pronto a presentare in seguito al rifiuto da parte del gip di accogliere l’istanza di revoca dei domiciliari. “Se Riesame e poi Cassazione confermeranno la decisione del gip, lo spettro dell’immediato potrebbe concretizzarsi davvero complicando non poco la già devastata vita di Toti”, l’analisi conclusiva sulla questione del presidente della Regione Liguria, che non ha alcuna intenzione di dimettersi.

 

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