Elezioni europee, veleni in Avs. Smeriglio contro Marino: “Va in Ue per vecchi rancori”
Sconfitto alle urne ma tutt’altro che pronto a deporre le armi. È dal palco della Villetta Social Lab, centro culturale nella «rossa» Garbatella, che stasera Massimiliano Smeriglio ha lanciato un attacco frontale all’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, eletto in Parlamento europeo con Alleanza verdi e sinistra. Smeriglio, invece, dopo aver abbandonato la delegazione dem di Bruxelles si è ripresentato con Avs non venendo però rieletto.
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Quella di stasera doveva essere la «festa del ringraziamento» per il buon risultato di Avs nel Municipio VIII, da sempre fortino romano della sinistra, dove la lista ha ottenuto il 16,5% dei e invece si è rivelata il palcoscenico perfetto per un nuovo psicodramma della sinistra. Smeriglio contro Marino, accusato, quest’ultimo, da molti nel partito locale di sfruttare il seggio conquistato in Europa per diventare la spina nel fianco del sindaco Roberto Gualtieri, in particolare sul termovalorizzatore che il primo cittadino intende costruire all’estrema periferia della Capitale. Ma i malumori sarebbero stati generati soprattutto dal fatto che Marino ha scelto l’elezione nella circoscrizione centrale, dove peraltro ha ottenuto oltre 50 mila preferenze, di cui quasi la metà proprio a Roma, cancellando ogni possibilità di ripescaggio per Marilena Grassadonia (Smeriglio, arrivato terzo, era già fuori dai giochi).
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Il «marziano» lo ha ufficializzato lunedì con un post sui social, scomodando quello che per i romani è un santo laico: Francesco Totti, il «capitano» per antonomasia. «Chiedere a me se opto per la Capitale - ha scritto Marino - è come domandare a Francesco Totti se tifa Roma». E oggi Smeriglio ha colto la palla al balzo: «Nella Capitale un romano e romanista mai e in nessun caso si paragonerebbe al Capitano. Ma se lo si fa, allora bisogna avere a cuore e rispettare la propria città e la propria squadra, cioè Avs». E ancora, «ricordo che il posto di lavoro sarà Bruxelles e non il Campidoglio». Poi l’ormai ex europarlamentare sembra scoprire le carte: «Bisognerà rafforzare un’idea collettiva di come va rigenerata la sinistra, che non potrà mai corrispondere con vicende personali e antichi rancori».
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Il riferimento è alla defenestrazione subìta da Marino in Campidoglio ad opera del Pd romano, con tanto di firme dal notaio. «Un’iniziativa che ha ferito la vita democratica della città», riconosce Smeriglio. Ma la guerra fratricida ora deve finire: «Rispettare Roma e lavorare per il suo presente e futuro dovrebbe essere un imperativo condiviso». Resta da capire quale sarà il ruolo dell’ex europarlamentare nei nuovi equilibri su cui, a meno di due anni dalle elezioni, potrebbe ricostruirsi un fronte unitario per la Capitale.