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Ue, von der Leyen punta all'immediata riconferma: vuole subito il bis

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Ottenuta la maggioranza qualificata al Consiglio (il 55% degli Stati membri, almeno 15, che rappresentino almeno il 65% della popolazione Ue) per Ursula von der Leyen resta lo scoglio della maggioranza assoluta al Parlamento europeo, 361 su 720. Se dovesse arrivare il via libera formale dai leader nel Consiglio del 27-28 giugno, la conferma in plenaria a Strasburgo potrebbe essere calendarizzata già per la prima seduta (16-19 luglio). Bisogna però assicurarsi i voti necessari. L’attuale maggioranza Ursula (Ppe, socialisti e liberali) conta 406 seggi. Tuttavia il rischio franco tiratori (calcolato al 10%) non permette di affrontare lo scrutinio segreto con la serenità necessaria. È richiesta quindi una maggioranza più ampia.

 

 

I socialisti vorrebbero che venisse allargata ai Verdi (52 seggi) che hanno già ampia disponibilità a votare a favore di von der Leyen a condizione che non ci siano eurodeputati dell’Ecr. E quella sarebbe l’alternativa, vista di buon occhio, da una parte del Ppe. Un sostegno - anche esterno e non formalizzato - se non di tutto il Gruppo dei conservatori (76) almeno della delegazione di Fratelli d’Italia (24 voti). Questa è pero una seconda fase del negoziato.

 

 

Salvo colpi di scena la presidente della Commissione europea, von der Leyen, dovrebbe ottenere il via libera per il secondo mandato - informalmente - già questa sera alla cena informale dei capi di Stato e di Governo dell’Ue. La leader tedesca, spitzenkandidat del Ppe, dovrebbe aver vinto anche le resistenze del presidente francese, Emmanuel Macron (liberale), dopo l’incontro all’Eliseo di mercoledì, e del cancelliere tedesco (socialista), Olaf Scholz, dopo l’incontro al G7 di Borgo Egnazia. Entrambi concordano sul fatto che «si andrà avanti rapidamente e in modo efficiente» nella riunione di questa sera. La cena è prevista per le 18. Von der Leyen e la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, (anche lei in lizza per la riconferma) parteciperanno solo alla prima parte, in cui verrà analizzato l’esito delle elezioni europee. Lasceranno il tavolo quando i Ventisette entreranno nel vivo del dibattito sulle nomine apicali. Le altre due caselle da riempire sono la presidenza del Consiglio europeo e l’incarico di Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera. Per la prima è in pole l’ex premier socialista portoghese, Antonio Costa. Sostenuto anche dall’attuale governo di Lisbona guidato dai popolari. Per il ruolo di capo della diplomazia europea viene indicata la premier estone, Kaja Kallas. Sulla liberale baltica regge ancora qualche dubbio sul rischio che si focalizzi solo sull’Est Europa e sull’Ucraina in particolare, tralasciando il Sud che è altrettanto importante per buona parte dei Ventisette. Lei dovrebbe aver però già fornito garanzie in merito durante i primi colloqui informali avuti con i suoi omologhi.

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