il mondo al contrario
Salis fuggitivi: Ilaria pronta a scansare il processo, il padre scarica Fratoianni
Sembra il remake del film Fuga per la vittoria, ma nel perfetto stile del mondo al contrario vannacciano: Vittoria per la fuga. I fuggitivi di una pellicola all’amatriciana sono Ilaria Salis e suo padre Roberto. Lei, liberata venerdì dalla giustizia ungherese grazie al salvacondotto dell’immunità da europarlamentare, ha lasciato Budapest, dove era sotto processo con l’accusa di aver preso parte ai pestaggi della Banda del martello. Suo padre, che è andato in auto a prenderla per riportarla in Italia, si è già dissociato dall’allegra brigata di Fratoianni & Co. «È finito un incubo», ha detto Roberto arrivando con sua figlia nella casa di Monza in serata. «Il viaggio è andato molto bene. Ilaria è molto stanca e provata. Ha avuto un periodo di carcerazione molto intenso e ha subito delle torture. Adesso ha bisogno di riposarsi, occorrerà un pò di tempo», ha aggiunto, sottolineando che «l’abbiamo riportata qua con tutte le fatiche che abbiamo fatto».
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La saga Salis si arricchisce ogni giorno delle gesta di padre e figlia, con una presenza tanto strabordante da esasperare quei cittadini che, come successe con Gino Cecchettin, non ne possono più di personaggi pronti a dare lezioni dall’alto della loro superiorità morale. E se di fronte alle immagini di quell’italiana portata in catene in tribunale il Paese si era indignato per la violazione dei diritti della detenuta, ora aumenta la schiera dei cittadini che non solo non si sentono a proprio agio ad avere una pregiudicata dei centri sociali in rappresentanza dell’Italia in Europa, ma che si sentono offesi ancor più dagli attacchi diretti sferrati quotidianamente da Roberto contro il governo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso quel «nano Mammolo» rivolto a Giorgia Meloni (anche se poi ha ritrattato dicendo che non si riferiva alla premier) e un tweet in cui papà Brontolo chiarisce di non aver alcun rispetto per queste istituzioni. Il padre di Ilaria, con le sue dichiarazioni, ha manifestato la totale adesione ai valori di Avs, il partito che ha candidato la maestra per sottrarla al processo in Ungheria. Almeno finché non è spuntato un suo tweet del 18 settembre 2022, in cui scriveva al Pd e all’allora segretario Enrico Letta: «Piuttosto che votare per Di Maio, Speranza, Cirinnà, Fratoianni, io emigro».
Insomma, papà Salis, da quello che pubblicava, apparteneva alla parrocchia opposta alla sinistra, e anche a quella della figlia, visto che lui stesso, il 3 febbraio 2023, difendeva Fratelli d'Italia sulla visita dei dem all’anarchico Cospito in carcere, rispondendo sempre a Letta: «I vostri deputati devono finirla di andare a trovare delinquenti che per libera decisione decidono di fare la fame e iniziare ad occuparsi dei cittadini che la fame la fanno controvoglia». A uno degli attuali capi del partito della figlia, Nicola Fratoianni, scriveva il 5 novembre 2022 contro Ong e migranti: «Ma lei lo sa che nei paesi di origine dei migranti ci sono centinaia di milioni di persone più sfortunate di queste perché non riescono a racimolare 3000 $ per gli scafisti? Ci dica qual è il suo piano? Portarli tutti qui?». E ancora, ai post di un giornalista di Repubblica sul pericolo fascismo in Italia, rispondeva: «Siete un disco rotto! Fatevi una vita!». A Matteo Orfini: «Quelli che lei chiama "fascisti" si stavano difendendo dal solito attacco dei collettivi di sinistra». Gli stessi compagni della figlia, quelli che Roberto Salis giurava che non avrebbe mai votato. E che, si scopre ora, infatti non ha votato. Il padre di Ilaria, finito alla gogna per il tweet contro Fratoianni, si è subito dissociato da coloro i quali hanno fatto eleggere la figlia per salvarla dalla prigione.
Nel suo ultimo post di venerdì contro l’esponente della Lega, Susanna Ceccardi, precisa: «Io non ho votato Fratoianni, che ora è un mio carissimo amico anche se abbiamo idee diverse, ho votato per Ilaria». La figlia, comunque, seppure ha lasciato in tutta fretta Budapest, non è ancora indenne dalla giustizia ungherese, che vuole processarla nonostante l’immunità. Roberto Salis ha più volte detto che la candidatura non aveva l’obiettivo di sottrarre l’imputata al processo. Dichiarazioni che lasciavano aperta l’ipotesi che la neo eurodeputata potesse decidere volontariamente di sottoporsi al giudizio ungherese. Invece, dalle parole pronunciate ieri, appare chiaro che lo scopo fosse proprio quello: «Rimangono da mettere a posto alcune cose perché comunque il processo è stato sospeso. Adesso dobbiamo fare in modo che venga cancellata questa accusa per cui Ilaria ritiene di essere innocente». Se non altro pare che gli italiani verranno risparmiati dalle continue intemerate di papà Brontolo. «Adesso dò le dimissioni non solo da portavoce di mia figlia, ma anche da candidato conto terzi», promette. Magari.